L’accusa di violenza sessuale aveva fatto scalpore, per la gravità degli addebiti, il contesto della vicenda, ma anche la notorietà dell’imputato. E ora è diventata definitiva la condanna di Vincenzo Albertini, patron di Napoli Sotterranea all’epoca dei fatti, a un anno e 8 mesi di reclusione (pena sospesa).
A scrivere la parola fine è stata la Corte di Cassazione, con sentenza depositata il 27 settembre. I giudici hanno respinto i motivi di ricorso dei legali del geologo e imprenditore, ex gestore di uno dei siti turistici più importanti al mondo. Albertini, 61 anni, era stato già condannato in primo e secondo grado dal tribunale di Napoli. A far partire le indagini, la coraggiosa denuncia della vittima, Grazia Gagliardi, ex collaboratrice dell’imputato. La giovane guida turistica – costituitasi parte civile, assistita dall’avvocato Alessandro Eros D’Alterio – aveva denunciato Albertini non solo in sede giudiziaria, ma anche rendendo pubblica la storia. In una parola: mettendoci la faccia, davanti a taccuini e microfoni.
I dettagli furono raccontati in un video, pubblicato sulla pagina Facebook dell’Ex Opg Occupato-Je so’ pazzo. La vittima sostenne di aver “lavorato per quattro anni in nero per Napoli Sotterranea in piazza San Gaetano”. Una mattina, “all’apertura delle porte del Teatro Romano – spiegò – il presidente Albertini mi fa entrare con una scusa in una zona del teatro, la Summa Cavea, e immediatamente si abbassa jeans e slip iniziando a baciarmi sul collo e sul mio corpo, sulle parti intime e costringendomi a toccare il suo membro, intimandomi anche di fare altro”. A Grazia Gagliardi, la sentenza penale ha riconosciuto una provvisionale di 5.000 euro. Il risarcimento è adesso da stabilire in sede civile, sia per lei sia per il Comune di Napoli, altra parte civile, rappresentata in giudizio dall’avvocato Marco Buzzo.
sabato, 1 Ottobre 2022 - 14:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA