Pensioni, arriva Quota 103 ma con un tetto sugli assegni. Premio per le donne con più figli: stop lavoro a 58 anni

Meloni Giorgia
Giorgia Meloni durante la conferenza stampa dopo il Cdm sulla manovra economica

C’è un capitolo importante che riguarda le pensioni nella manovra economica 2023, la prima dell’era Meloni. 

Cambiano ancora i requisiti per andare in pensione. E, dopo la famosa quota 100 fortemente voluta dalla Lega, ecco che arriva Quota 103. Tradotto: chi avrà almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, potrà andare in pensione. E vale da subito, con un distinguo – per l’anno corrente – tra pubblico e privato. Chi a fine 2022 ha raggiunto i requisiti di Quota 103 dovrà attendere per l’uscita il mese di aprile 2023 se lavoratore privato e il mese di agosto se lavoratore pubblico. La manovra prevede una finestra mobile di tre mesi per i lavoratori privati e di sei mesi per i pubblici ma solo per chi raggiunge i requisiti entro dicembre l’attesa sarà di 7 mesi.

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Una postilla non di secondaria importanza: «Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, quindi tra i 62 e i 67 anni, fino a maturazione dei requisiti», ha sottolineato il premier Meloni. Infine c’è una possibilità per chi ha 41 anni di contributi ma vuole continuare a lavorare: potrà beneficiare del bonus Maroni, ossia un premio del 10 per cento dello stipendio. 

Per la misura si prevede uno stanziamento di 510 milioni per il primo anno, 1.528 per il secondo e 498 per il terzo. La platea degli interessati è di 48mila persone.

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C’è poi un intervento sulla rivalutazione delle pensioni che sta facendo discutere e ha sollevato non poche critiche da parte di alcune sigle sindacali. Partiamo da una premessa: sino ad oggi la rivalutazione delle pensioni era disciplinato da un decreto che prevedeva un aumento del 7,3% dal primo gennaio 2023 per adeguare gli importi all’inflazione. Si prevedeva una rivalutazione del 100% per i trattamenti fino a quattro volte il minimo, per poi scendere al 90% tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% per le pensioni sopra le cinque volte il minimo. Con la nuova manovra le cose cambiano. Lo ha spiegato proprio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa tenuta stamattina a Palazzo Chigi per illustrare i provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri. Chi percepisce la pensione minima sarà aiutato, mano mano che l’importo della pensione aumenta invece ci sarà una riduzione dell’aumento. «Abbiamo deciso di rivalutare le pensioni minime del 120%, l’aumento maggiore in rapporto all’inflazione lo avranno le pensioni più basse. Man mano che la pensione aumenta, l’aumento diminuisce», ha spiegato il presidente del Consiglio dei ministri. Nello specifico il meccanismo di aumento ci sarà fino ai 2mila euro, poi «mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%». 

Viene prorogata per il 2023 ‘Opzione donna’, una possibilità aggiuntiva di pensionamento riservata alle sole lavoratrici. Ma su questo fronte c’è una novità: ci sarà la possibilità di andare in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. In pratica il Governo Meloni opera una distinzione, nell’universo femminile, tra chi ha figli e chi no e ‘premia’ chi ha più figli. 

Confermata anche l’Ape sociale (anticipo pensionistico) per i lavori usuranti. 

martedì, 22 Novembre 2022 - 16:59
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