Cospito e la grana Donzelli-Delmastro, Meloni rompe il silenzio in diretta tv


Ci prova Giorgia Meloni in persona a raddrizzare la barca in tempesta dopo lo scivolone di Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir, e Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia. E lo fa con una telefonata a sorpresa, in diretta tv, dopo un silenzio lungo oltre 24 ore.

Ieri sera a ‘Stasera Italia’ su Rete4, il presidente del Consiglio ha ‘bussato’ alla trasmissione di Barbara Palombelli provando a chiudere la partita delle polemiche che tra Camera e Senato ha raggiunto toni di scontro altissimi.

«Mi sono permessa di telefonare, una cosa che usualmente non faccio, perché in questi giorni ho visto molti toni che secondo me buttavano in politica una questione che in questo momento ci riguarda tutti – ha detto – Ho chiamato per dire semplicemente questo e il Governo non ha fatto altro che il suo lavoro facendo molta attenzione a non alzare i toni. Quando siamo stati interrogati, abbiamo risposto così come uno Stato serio deve fare». Il riferimento è all’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha sostanzialmente alzato un muro davanti a chi – nelle opposizioni – lo compulsava sul contenuto dell’intervento dell’onorevole Giovanni Donzelli, dimostratosi in possesso di atti riservati sulla detenzione in carcere dell’anarchico insurrezionalista Cospito.

Meloni ha anche invitato tutte le parti politiche a cambiare atteggiamento sulla vicenda Cospito. «Qualcuno diceva che il governo in qualche modo sta eccitando la piazza. Vorrei capire come. Al governo non compete decidere, la materia compete alla giustizia. Il governo non ha fatto niente, noi abbiamo auto di funzionari delle ambasciate che saltano, continue minacce degli anarchici allo stato, e ci si chiede se il governo sta eccitando la piazza… Sono allibita. Dobbiamo rimettere le cose nella giusta direzione, bisogna capire chi crea il problema e chi non lo crea, perché il problema non lo ha mica creato il governo. Il problema lo hanno creato delle persone che decidono deliberatamente di sfidare lo Stato italiano», ha detto. Quindi l’invito alla «prudenza» e alla «responsabilità».

«Ho letto i titoli dei giornali che dichiaravano ‘MELONI vuol far morire in carcere Cospito’ e leggo dichiarazioni di anarchici che dicono ‘noi colpiremo con le armi rivoluzionarie chi dovesse essere mandante di qualsiasi cosa capitasse mai a Cospito’. Quindi, consiglio responsabilità», ha chiosato.
Nessuna parola diretta sul caso Donzelli-Delmastro che agita, e non poco, la maggioranza di Governo. I fatti sono noti. Martedì mattina, nel dibattito alla Camera sull’istituzione della Commissione Antimafia, Donzelli cita alcuni documenti «che sono presenti al ministero della Giustizia» dai quali emergevano contatti diretti di Cospito, durante la detenzione in 41bis, con personaggi della malavita organizzata allo scopo di fare il punto su una presunta strategia volta all’affossamento del 41bis.

Dagli atti citati da Donzelli, Cospito avrebbe incontrato Francesco Di Maio del clan dei Casalesi, il quale avrebbe detto: «Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato», che sarebbe l’abolizione del 41-bis. Cospito avrebbe risposto: «Dev’essere una lotta contro il regime, noi al 41-bis siamo tutti uguali». Quelle carte gliele ha date Delmastro, anche lui tra i ‘colonnelli’ meloniani e sottosegretario alla Giustizia. Da questo momento in poi è il delirio. Le opposizioni sono andate all’attacco chiedendo le dimissioni di Donzelli e Delmastro, e puntando il mirino sull’intero Governo. Nordio, intervenuto prima alla Camera e poi al Senato perché ‘chiamato in causa’ dalle opposizioni, ha abilmente evitato di rispondere e alimentare la polemica.

Dal canto loro Donzelli e Delmastro hanno fatto sapere di essere intenzionati a rimanere al loro posto. «Non ho intenzione di dimettermi», ha detto Donzelli al termine di una riunione del Copasir, di cui è vicepresidente. Identica la posizione di Delmastro, che ha ricostruito l’accaduto nei pressi di Montecitorio poco prima dell’informativa urgente del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sul caso Cospito: «Le informazioni fornite a Donzelli erano contenute in una informativa del Dap che riguardava le osservazioni in carcere, né intercettazioni né captazioni. Ho semplicemente risposto a un deputato, e lo avrei fatto anche con l’opposizione, su documenti non secretati».

Se i due ‘meloniani’ sono intenzionati a resistere, Nordio prende abilmente tempo durante il suo intervento in aula, prima alla Camera e poi al Senato. «In linea di principio, tutti gli atti riferibili ai detenuti in regime di 41-bis sono per loro natura sensibili, ragion per cui, ai fini della loro ostensione, occorre una preventiva verifica e una valutazione del loro contenuto», ha detto Nordio, ricordando di avere già chiesto «al mio capo di gabinetto di ricostruire quanto è accaduto». E, tuttavia, Nordio precisa di non poter aggiungere altro perché vi è un’indagine aperta dalla procura di Roma, cui si è rivolto Bonelli: «Per il doveroso rispetto del lavoro degli inquirenti, non possiamo non tenere conto».

Nordio al Senato ha chiarito comunque che «non ci pareremo dietro la magistratura di Roma, non troveremo l’alibi dell’esistenza di questa eventuale inchiesta per dire che ce ne laviamo le mani e risponderemo solo all’esito dell’inchiesta. Ci sono però dei limiti procedurali che vanno rispettati ed è per questo che risponderemo quando avremo terminato questa istruttoria».

giovedì, 2 Febbraio 2023 - 08:00
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