Cassazione, prima donna presidente: Cassano mette d’accordo il plenum del Csm, eletta all’unanimità | Il profilo

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Il magistrato Margherita Cassano

Tutti d’accordo. Tutti d’accordo nell’affidare al magistrato Margherita Cassano la guida di primo presidente della Corte di Cassazione, segnando così una svolta storica: fiorentina, ma di origine lucane, figlia di un alto magistrato, Cassano è la prima donna che presiederà la Suprema Corte. Subentra a Pietro Curzio.

La nomina è stata decisa questa mattina dal plenum del Consiglio superiore della magistratura (presieduto per l’occasione da Sergio Mattarella), che ha votato per lei all’unanimità. Di tutto rispetto il curriculum di Cassano.

Entrata in magistratura nel 1980, quando aveva 25 anni, Cassano ha lavorato sodo e con rigore, dando sempre prova di una grande umanità, rispetto per le persone e capacità di ascolto. Qualità che Cassano ha sottolineato come bagaglio imprescindibile per un magistratura nel suo primo ‘discorso’ da presidente di Cassazione: «Il ruolo del magistrato non è solo fatto di abilità tecnica ma di umanità, capacità di ascolto, di rispetto profondo degli altri e di comprendere le tragedie umane che si nascondono dietro i singoli casi portati alla nostra attenzione», ha detto Cassano collegandosi, subito dopo la nomina del Csm, con il Palazzo di Giustizia di Firenze dove si tiene la cerimonia del premio intitolato a Tindari Baglione, già procuratore generale nel capoluogo toscano per molti anni.

Il suo primo incarico è nel 1981 alla procura di Firenze, dove si fa subito notare dal capo dell’ufficio e dai colleghi «per attaccamento al servizio, abilità nella conduzione delle istruttorie, quantità e qualità dei provvedimenti redatti e degli affari trattati», come attesta in occasione della suo primo avanzamento di carriera il Consiglio giudiziario in un parere reso al Csm. L’anno dopo fa già parte del gruppo specializzato nelle indagini sugli stupefacenti – tema al quale dedicherà anche pubblicazioni – e sulla criminalità organizzata. Parallelamente si occupa anche di omicidi, sequestri di persona, infortuni sul lavoro, reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione e reati contro la libertà sessuale. Dal 1991 al 1998 viene assegnata della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, anni in cui lavora fianco a fianco con il procuratore Pier Luigi Vigna. Nel 1998 viene eletta tra i componenti togati del Csm, con Magistratura Indipendente, il gruppo che rappresenta le toghe moderate, e per quattro anni fa parte della Sezione disciplinare. A fine mandato nel 2003 approda in Cassazione: viene assegnata alla Prima sezione penale, che in seguito presiederà, e lì si occupa di omicidi e reati di violenza. Nel 2016 , il ritorno a Firenze, stavolta come presidente della Corte d’appello. Ci resta quattro anni, in cui dà un forte impulso all’informatizzazione, al recupero dell’arretrato e alla riduzione dei tempi di definizione dei procedimenti. Nel 2020 diventa presidente aggiunto della Cassazione (è la prima donna anche in questo ruolo).

È autrice di numerose pubblicazioni (monografie, saggi, trattati, commentari, articoli, rassegne), in materia di diritto penale e procedura penale, settori in cui ha tenuto numerose relazioni a convegni e seminari.

«Ha un eccellente profilo professionale – ha sottolineato il Presidente della Repubblica – Alle sue doti e attitudini di elevato livello unisce l’attività di studio e ricerca». «Sono certo – ha aggiunto Mattarella complimentandosi con il Csm per la celerità della decisione – che il suo contributo sarà prezioso anche per il Csm, di cui conosce bene i meccanismi, avendo fatto parte di questo Consiglio tra il 1998 e il 2022».

Prima del voto, il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli ha evidenziato che la nomina di Cassano «giunge a coronamento del luminoso percorso professionale di altissimo livello e di assoluta eccellenza». «Posso affermare con orgoglio – ha detto tra l’altro il vicepresidente – di cogliere il genuino spirito di servizio e il laborioso impegno profuso da tutti i Consiglieri, laici e togati, per recuperare l’efficienza dell’azione consiliare nella condivisa missione di segnare una discontinuità in termini di coesione interna e lealtà verso l’Istituzione per il bene della Magistratura e, in definitiva, del Paese».

Cassano andrà a guidare un ‘esercito’ di oltre 400 magistrati a cui vanno sommati 560 dipendenti del personale amministrativo nonché 200 addetti all’Ufficio per il processo.

mercoledì, 1 Marzo 2023 - 14:46
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