Le rassicurazioni del governo non bastano più, magistrati onorari sul piede di guerra: «Subito un decreto o sarà sciopero»


Invocano subito un decreto per tamponare la «drammatica situazione di 4600 servitori dello Stato», e in mancanza sarà «inevitabile il ricorso ad astensioni e ad altre iniziative di protesta, che comporteranno sensibili disservizi in un settore cruciale per i cittadini e per la percezione dei fondi del Pnrr». Sul piede di guerra le Associazioni Unite della Magistratura onoraria, che lamentano: ad oltre un mese dalla convocazione del sottosegretario Andrea Delmastro «non è stata data alcuna risposta alle legittime istanze di una categoria che tratta e decide oltre il 50% del contenzioso nazionale, civile e penale». A innescare il duro documento, una nota di Delmastro sulla vertenza, diffusa in mattinata, dai toni rassicuranti.

La vertenza si trascina da molto tempo. Le Associazioni ricordano che all’incontro in via Arenula avevano presentato un documento, e il Ministero si era impegnato ad accoglierlo in una proposta normativa. La richiesta di un decreto nasce da una circostanza: una circolare ministeriale del 31 marzo recitava che «ammettendo il disastro della Cartabia» il nuovo «quadro normativo non contiene indicazioni, neanche attraverso il rinvio ad altre disposizioni, riguardo alla natura del reddito nonché al regime previdenziale e fiscale da applicare» ai magistrati non di carriera.

«Anche questo Governo, come quelli che lo hanno preceduto, sembra voler tergiversare sullo status dei magistrati onorari – protestano le associazioni – affidando le sorti della categoria ad un atto interno che sospende il giudizio sull’inquadramento giuridico e interviene in maniera farraginosa, estemporanea e criptica, inventandosi la nuova figura dei ‘pagamenti in acconto di stipendio’, cautelativamente espressi sulla base di standard minimi e con la prospettazione di futuri ‘conguagli’ la cui natura, ancora una volta, appare incerta e oscura».

Le toghe onorarie denunciano la presentazione in Parlamento da parte del governo di «un testo regressivo e inaccettabile, ove vengono riesumate argomentazioni trite e superate dalla giurisprudenza europea e nazionale». Evidenziano poi che «essendo esplosa la drammatica emergenza dei magistrati onorari ‘confermati’, che da mesi si vedono negare ogni compenso, in luogo di intervenire con un doveroso e risolutivo decreto d’urgenza, il Governo ricorre al ‘pannicello caldo’ di una semplice nota ministeriale». A firmare il comunicato sono tutte le sigle di categoria, riunite nel coordinamento: Movimento 6 luglio, “Anmo” Associazione Nazionale Magistrati Onorari, Coordinamento Nazionale Giudici Onorari di Tribunale, “Aimo” Associazione Italiana Magistratura Onoraria, “Langiprop” Libera Ass. Nazionale Giudici e Procuratori di Prossimità, “Oumo-Mou” Magistrati Onorari Uniti, “Federmot” Federazione Magistrati Onorari di Tribunale, “Assogot” GOT non possiamo più tacere, “Angot” Associazione Nazionale Giudici Onorari di Tribunale.

Il sottosegretario alla giustizia, alcune ore prima, aveva dichiarato: «Nella giornata del 31 marzo scorso il ministero della Giustizia ha diramato la circolare che sblocca i pagamenti dei compensi dei magistrati onorari confermati nelle funzioni. A fine aprile, i magistrati onorari confermati riceveranno un acconto pari al 100% del compenso e al 50% dell’indennità giudiziaria. Ciò che non era stato fatto in un anno dal ‘governo dei migliori’ è stato approntato in meno di tre mesi dal governo Meloni. Quanto preannunciato da questo sottosegretario il 10 marzo scorso, ovvero circolare entro fine mese e pagamenti a fine aprile è realtà, in piena coerenza con il primo degli impegni assunti con i rappresentanti della categoria dei magistrati onorari». Delmastro aveva assicurato: «Il lavoro verso la soluzione di questa ventennale questione prosegue senza tentennamenti, così come concordato con associazioni il 21 e 22 febbraio scorso». Evidentemente, le rassicurazioni non bastano più ai magistrati onorari.

venerdì, 7 Aprile 2023 - 22:09
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