Elezioni nel Napoletano, 15 sindaci e 3 Comuni al ballottaggio: il centrodestra non fa il botto, Pd da rifondare in 2 territori

di Laura Nazzari

Tre Comuni al ballottaggio, per tutti gli altri il primo turno ha decretato il sindaco. Nella notte si è definito il quadro del voto per le elezioni amministrative in 18 Comuni in provincia di Napoli. Un dato uguale per tutti: il simbolo della Lega è stato il grande assente dalla schede elettorali (unica eccezione a Quarto), a dimostrazione del fatto che il Carroccio ha pure desistito dal tentativo di fare breccia nel cuore dei partenopei. Vi è poi la prestazione del centrodestra: la coalizione di governo non brilla, e in qualche caso neppure è compatta. Fa eccezione solo la performance a Palma Campania, piccolo comune dove ufficialmente sono scese in campo liste civiche ma dove il neo sindaco è chiara espressione di Fratelli d’Italia. Sta meglio il Pd, anche se ci sono dei nervi scoperti sui quali bisogna intervenire.

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Cercola, Marano e Torre del Greco sono realtà in cui i residenti dovranno ripresentarsi alle urne. A Cercola Biagio Rossi e Antonio Silvano fanno mangiare la polvere agli altri tre avversari, e si danno appuntamento per l’ultimo braccio di ferro: quel che è certo è che con il governo di uno dei candidati, il Comune conserverà un’impronta di sinistra. Biagio Rossi, quello in vantaggio con 49,11% di preferenze, è sostenuto da 6 liste: c’è il Movimento 5Stelle e poi ci sono 5 civiche, tra le quali ‘Free Cercola’ che è ispirazione della bacolese ‘Free Bacoli’ fondata dal giovane e dinamico sindaco Josi Gerardo Della Ragione. Sette liste, invece, sostegno la corsa a sindaco di Antonio Silvano, che in questo primo round è arrivato secondo con il 42,31% dei voti: guida la coalizione il Partito democratico, seguono Europa Verde, il Partito socialista italiano, e le civiche Movimento democratico, Cercola #avantiinsieme, Città Futura, Insieme per il Cambiamento. Sconfitti al primo turno, invece, Giuseppe Esposito, Mariarosaria Donnarumma e Gaetano Busiello. Se Donnarumma e Busiello era sostenuti ciascuno da una civica, per Esposito la situazione era diversa: aveva dalla sua parte due partiti, con tanto di simbolo sulla scheda, ossia Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il sostegno dei partiti che a livello nazionale guidano il Paese non si è avvertito: Esposito si è fermato al 4,53% con 383 preferenze. Un bottino poverissimo.

La destra perde in malo modo anche a Marano, dove la candidata sostenuta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e da una civica si piazza quarta: Barbara Schiattarella ottiene il 14,60% dei voti. Meglio ha fatto Stefania Fanelli che poteva contare su 2 civiche (una delle quali è ‘Free Marano di Napoli’) e sul partito Alleanza Verdi e Sinistra. La sfida al secondo turno sarà tra Matteo Morra e Michele Izzo: Golia contro Davide. Morra è il forte della situazione, perché ha dalla sua parte ben 6 liste e perché è trascinato da un partito piazzato: con lui ci sono il Partito democratico, Demos, Centro democratico, la lista di riferimento del sindaco ‘Morra sindaco’, Unico obiettivo – Marano nel cuore – e Marano in Europa. A scrutinio ultimato Morra è avanti con i 24,98% dei voti. Dietro di lui si piazza il Davide delle amministrative maranesi, Michele Izzo che conta 4 liste e tutte civiche: ha portato a casa il 21,44% delle preferenze. La differenza la faranno le alleanze con gli sconfitti. E gli sconfitti sono molti: i candidati a sindaco rimasti fuori sono in totale 6: la frammentazione della sinistra ha infatti partorito una bulimia di liste e concorrenti. Il Movimento 5Stelle è sceso in campo da solo sostenendo Danilo Di Guida, che si è fermato al 4,50%; Potere al Popolo ha ottenuto Mauro Di Maro (appoggiato pure dalla civica Marano Popolare), che ha ottenuto il 4,17. E’ ultimo, ma per un voto di scarto con Di Maro, Luigi Zavarone sostenuto dalla civica ‘Per’.

A Torre del Greco, invece, parte della destra si riscatta grazie alla prestazione di Ciro Borriello, che è stato già sindaco della città corallina e che cerca di dare uno schiaffo alla magistratura che l’ha indagato, l’ha fatto arrestare e ora lo sta processando. Tra lui e Luigi Mennella, candidato del centrosinistra, c’è stato uno scarto di circa 600 voti. Avanti, seppur di pochissimo, è l’avvocato Mennella con 18.764 voti (46,04%), mentre Borriello ha incassato 17.917 voti (pari a 43,96%). Mennella è sostenuto da 11 liste, tra le quali il Partito democratico e il Movimento 5Stelle che in questa occasione hanno deciso di restare uniti. Borriello, invece, ha dalla sua 8 liste, di cui una sola è partito, ossia Forza Italia. Fratelli d’Italia ha scelto di non metterci la faccia appoggiandolo ufficialmente per via dei problemi giudiziari di Borriello. Assai distaccato Luigi Caldarola, sostenuto da una serie di civiche: 8,62%. Non pervenuti Eligio Poetini di Potere al Popolo e Michele Battiloro che ha resuscitato il nome della ‘Democrazia Cristiana’ attirandosi le ire di altri torresi che ritengono di essere i soli a potersi dire eredi di Gramsci. Tant’é, né Poetini né Battiloro hanno superato la soglia dell’1%, ottenendo una manciata di voti ciascuno.

La destra perde nel feudo del consigliere regionale Mario Casillo, sponsor politico del candidato sindaco Pasquale Di Lauro. Consigliere comunale uscente, Di Lauro si prende la fascia tricolore a Boscoreale al primo turno con il 53,96%. A sostenerlo c’erano ben 7 liste, tra le quali il Movimento 5Stelle. Non c’era, invece, il simbolo del Pd sulla lista: è da più di una competizione elettorale che i ‘dem’, per una scelta politica, non schierano il simbolo, ma l’appoggio più sostanzioso a Di Lauro proviene proprio dal partito di cui Casillo, a Boscoreale, è leader. L’ex vicesindaco Francesco Faraone si è fermato al 46,04 % dei voti: l’hanno sostenuto 8 liste, tra le quali Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il Comune di Boscoreale era commissariato: a marzo il sindaco Antonio Diplomatico è stato silurato dalle dimissioni di 9 consiglieri.

A Ottaviano, invece, lo scenario muta: si impone il centrodestra, mentre il Partito democratico continua ad essere una realtà fantasma. I dem non hanno presentato la loro lista, uscendo di scena tra l’amarezza anche di politici locali. Biagio Simonetti ha così avuto davanti a sé una prateria: ha vinto con il 58,86% dei voti, spinto da 7 liste (tra cui Forza Italia e Fratelli d’Italia). L’altro candidato, l’imprenditore ed ex consigliere comunale Ferdinando Federico, si è difeso grazie a 5 liste a suo sostegno: 41,14% dei voti. Il professore universitario, più volte consigliere comunale, era assessore nell’ultima giunta di Luca Capasso (quest’ultimo fu candidato di centrodestra, con il quale ha poi divorziato poco prima delle Politiche).

Grossi problemi in casa Pd e più in generale nel centrosinistra a Pomigliano d’Arco, alla vigilia della presentazione delle liste sono saltati tavoli, alleanze e candidature e i ‘dem’ si sono ritrovati senza un candidato. Per giunta, i ‘dem’ erano già divisi di fatto in casa su chi appoggiare. Alla fine il Pd non è sceso nella mischia e il centrodestra, pur senza simboli, ha appoggiato il vincente Lello Russo, un veterano della politica di Pomigliano d’Arco: è sindaco per la settima volta, ha votato per lui il 72,58% degli elettori recatisi alle urne. Ha portato a casa il 13,19& Vito Fiacco, che si è candidato all’ultima ora con Rinascita dopo che il centrosinistra ha fatto crac. Appena 9,16% per il giornalista di Avvenire Marco Iasevoli, inizialmente indicato come candidato sindaco del Pd e di diverse forze del centrosinistra: quando tutto è sfumato a poche ore dalla presentazione delle liste, ecco che Iasevoli si è presentato con il sostegno di ‘Per’. Infine, 5,07% per Salvatore Cioffi candidato di Europa Verde.

Con Qualiano il Pd torna a sorridere. Il candidato Antonio Sabino fa mangiare polvere a tutti e ottiene la fascia tricolore con un largo 68,52% (pari a 13.629 voti). Anche in questo caso in coalizione c’è il Movimento Cinque Stelle. La coalizione si aggiudica 18 seggi. Perde in malo modo il centrodestra, che in Assise potrò contare esclusivamente sul suo candidato sindaco: Giuseppe Martusciello si piazza terzo con il 7,31% (pari a 1454 voti), ma la percentuale dei consensi non fa scattare seggi per il gruppo. Occasione sprecata per Fratelli d’Italia, Forza Italia e, sorpresa, persino Lega che hanno messo l’appoggio e i simboli. Il secondo posto l’ha ottenuto uno storico politico locale, Massimo Carandente Giarrusso, in passato sindaco e pure appoggiato al tempo da ambienti di centrodestra. Stavolta Giarrusso, scaricato dai partiti, se l’è giocata con il sostegno di appena tre civiche, troppo poche rispetto alle 6 liste (di cui 2 sigle di partito) di Sabino. Giarrusso ha chiuso con il 16,64% (pari a 3309) ma un risultato l’ha portato a casa: è consigliere e la sua coalizione ottiene 3 seggi. In Consiglio entra anche l’ex sindaco Rosa Capuozzo, candidata sindaco con una lista civica: è sul 4%.

C’è poi il caso di Palma Campania, dove si riconferma sindaco Nello Donnarumma con il 64,26% dei voti. Con lui tre civiche, ma è notorio l’inserimento di Donnarumma in Fratelli d’Italia.

martedì, 16 Maggio 2023 - 18:15
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