Camorra, il ras Masiello e il libro mastro sullo spaccio trovato dai carabinieri: «Mannaccia, hanno fatto bingo»

di Gianmaria Roberti

Nell’indagine anticamorra ai Quartieri Spagnoli, sfociata ieri nell’esecuzione di 53 misure cautelari, ad Enzo Masiello si contesta di capeggiare uno dei gruppi nel mirino della Dda napoletana. Tra le diverse accuse, anche lo smercio di un quantitativo di droga dal valore complessivo di 33.000 euro. E tra le fonti di prova indicate dagli inquirenti, non ci sono solo le intercettazioni. Trova posto anche un manoscritto contabile, sequestrato presso l’abitazione di una donna di origine straniera.

L’importanza del “libro mastro” si evincerebbe da alcuni ascolti. «Da tali intercettazioni emerge che appena terminava la perquisizione presso l’abitazione» ed «i carabinieri si allontanavano dal luogo – si legge nel provvedimento cautelare del gip Carla Sarno -, Masiello Vincenzo chiedeva contezza di quanto fosse accaduto, venendo immediatamente informato di ciò che era stata rinvenuto e sequestrato. Masiello Vincenzo appariva molto preoccupato e riferiva al padre Antonio che i Carabinieri avevano sequestrato documentazione contenente l’indicazione di nomi di persone (“si sono portati il coso.., tutte coso, i nomi scritti sopra…..con la scrittura mia.. ‘o Ciuccio.. ‘o Gobbetto.., ‘o Ciuccio, ‘o Gobbetto..”), imprecando per il danno subito».

Enzo Masiello, finito in cella, «era certo che – scrive il giudice – i carabinieri per puro caso avessero deciso di effettuare la perquisizione, durante la quale rinvenivano il documento contabile compromettente (“sono venuti a fare una cosa così…, hanno detto andiamoci a fare una camminata, sono andati sopra alla casa e hanno trovato il bingo…hanno trovato)». Da un’intercettazione ambientale emergono altri risvolti. Il 19 novembre 2019, «si ode Enzo che parla a bassissima voce con Alessandro (Romano, ndr) fuori dalla porta di casa, ma incomprensibile – annota la polizia giudiziaria – si sente Enzo che si lamenta che quelli (…) hanno aperto la porta con troppa facilità e che dovevano far sparire gli appunti».

Enzo Masiello, parlando con una persona fuori la porta, sbotterebbe: «Mannaccia di… ma com’è rimanete tutto quanto là?». Seguirebbero imprecazioni. Secondo gli investigatori Enzo Masiello «si tormentava per aver perso il quaderno e recriminava sul comportamento di Romano Alessandro (anch’egli condotto in carcere, ndr) che non aveva provveduto a distruggerlo prima dell’ingresso dei Carabinieri nell’abitazione».

Riassume la Dda di Napoli, nell’accusa: «Invero dalle intercettazioni risulta evidente che Masiello Vincenzo sia particolarmente preoccupato e agitato, a seguito della perquisizione da parte dei Carabinieri presso l’abitazione (…) in cui dormiva anche Romano Alessandro, all’esito della quale era stato sequestrato un quadernone con indicazioni di nomi e somme di denaro relative alla vendita di sostanze stupefacenti»

martedì, 30 Maggio 2023 - 10:05
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