Napoli, “scontro” Nordio-Gratteri in Tribunale. Il ministro: «Con me mai pm assoggettato a Esecutivo» | Video

Nordio-Carlo
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio
di Manuela Galletta

La stretta di mano, un formale e cordiale saluto istituzionale. E poi lo “scontro”, che si consuma nel Palazzo di Giustizia di Napoli intitolato ad Alessandro Criscuolo. Il Guardasigilli Carlo Nordio risponde al procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri sull’accusa di volere assoggettare il pm all’Esecutivo direttamente dal palco della Sala Arengario, affollatissima per via della cerimonia di insediamento del magistrato Maria Rosaria Covelli nelle funzioni di presidente della Corte d’Appello.

Nordio è giunto per augurare buon lavoro a Covelli, che è stata capo degli ispettori del ministero della giustizia fino alla successione di Giuseppe De Carolis di Prossedì. E coglie l’occasione per respingere alcuni degli attacchi che gli sono piovuti addossi dalla magistratura e in particolare proprio da Gratteri che, appena nella giornata di ieri, a margine della conferenza stampa in procura su un voto di scambio alle amministrative 2023 a Cercola, ha bocciato la chiacchierata riforma sulla separazione delle carriere come non necessaria e come progetto che ha l’unico scopo, a suo avviso, di «assoggettare il pm all’Esecutivo».

«Vorrei salutare il mio amico Nicola Gratteri e dirgli che possiamo anche avere idee diverse su tante cose, ma su una siamo assolutamente concordi: sull’alto valore della giurisdizione, sull’assoluta indipendenza della magistratura e sull’assoluta autonomia del pm. Su questo nessun dubbio è consentito», esordisce Nordio. Che poi prosegue: «Ho esercitato per 40 anni la funzione e io per primo sento l’esigenza di riaffermare con forza e sincerità che mai e poi mai il pm sarà soggetto al potere esecutivo, quali che possano essere le riforme. Rivendico la assoluta indipendenza della magistratura, l’autonomia del pubblico ministero». Quindi la chiosa, con un pensiero rivolto ancora a Gratteri: «Amantium irae amoris integratio est», ossia i litigi tra innamorati sono complemento dell’amore. Gratteri incassa e nulla aggiunge, quando la cerimonia finisce si sfila senza fermarsi coi giornalisti. Poco prima dell’inizio della cerimonia era stato lui a scherzare, quando – alla vista della stretta di mano tra lui e Nordio – i fotografi avevano chiesto la possibilità di immortalare il momento e il procuratore ha osservato: «Non penso che ci compromettiamo».

Nordio, invece, batte forte sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura anche mentre lascia la Sala Arengario. Si concede per pochi minuti ai giornalisti, mentre la scorta gli fa scudo creando una distanza fisica tra lui e i cronisti. Il Guardasigilli si sofferma sugli incontri con l’Anm. Uno ci sarà oggi pomeriggio alle 16, mentre venerdì Nordio volerà a Palermo per «portare il mio ossequio e il mio contributo» al Congresso dell’Anm. Due appuntamenti per confrontarsi su questi progetti di riforma della Giustizia (separazione delle carriere, Alta Corte e due Csm) che nuovamente sono tornati di attualità dopo la riunione a Palazzo Chigi dell’altro giorno.

«Nell’incontro di oggi – dice Nordio – spero che avremo una discussione che spero sia proficua e anche leale. Ci sono differenze di vedute, ma sappiamo che c’è una coincidenza di interessi che è quella di fare funzionare la giustizia e soprattutto di assicurare a tutti che l’indipendenza della magistratura, sia giudicante che requirente, è un valore non negoziabile sul quale io per primo impegnerò per sempre la mia parola». Quanto al Congresso di venerdì, Nordio auspica di sfruttare la sua partecipazione all’evento per «eventualmente anche per chiarire alcuni equivoci che sono sorti da alcune notizie non del tutto precise che sono state divulgate in questi giorni». «Mi auspico – ribadisce – un dialogo costruttivo, sincero. Non dobbiamo nasconderci le differenze che in una democrazia sono assolutamente fisiologiche». «Noi – conclude – abbiamo degli impegni verso l’elettorato e degli impegni verso i nostri padri costituenti e la nostra tradizione che vede in primo piano, non negoziabile, l’autonomia della magistratura».

martedì, 7 Maggio 2024 - 16:05
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