Famiglie in difficoltà, arriva la social card: ma è polemica per bonus una tantum, cibi non acquistabili e redditi esclusi

supermercato
Un supermercato

Giorgia Meloni ne ha parlato in termini positivi: questa misura, ha detto, è «un segnale di attenzione dell’esecutivo verso persone che non ce la fanno. Noi ci siamo, cerchiamo di fare del nostro meglio per dare una mano». Ma la nuova ‘social card’ più che generare commenti positivi ha provocato un’ondata di polemiche. A una precisa ‘fascia’ di persone andrà a una carta prepagata, chiamata ‘Dedicata a te’ e distribuiva da Poste italiane, sulla quale saranno caricati 382,5 euro. Questa cifra potrà essere spesa per acquistare generi alimentari e, attenzione, è una cifra data una tantum. Tradotto: non è un sostegno mensile, ma un sostegno unico. E proprio questo è uno dei principali punti di polemica. Perché, conti alla mano, significa che su un anno ogni beneficiario della card potrà godere di un euro in più al giorno per fronteggiare il caro spesa. Praticamente nulla.

Il secondo punto è la sfilza dei requisiti per beneficiare della social card. Il bonus è destinato a famiglie composte da almeno tre persone con reddito Isee non superiore a 15mila euro, a patto che i potenziali beneficiari non siano i percettori di: reddito di cittadinanza o di inclusione, Naspi e indennità sociale di disoccupazione per i collaboratori, indennità di mobilità, fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito, cassa integrazione e qualsiasi altra forma di integrazione salariale. In pratica restano fuori i redditi più in difficoltà, perché se in un nucleo familiare c’è un disoccupato che quindi percepisce la Naspi, sicuramente non se la starà passando bene. I più sfortunati restano fuori e, paradossalmente, rischiano di beneficiare della card redditi fino a 30mila euro. Ha evidenziato bene l’anomalia il tributarista Gianluca Timpone che, su La Stampa, ha dichiarato: «Con moglie e figlio a carico e nessuna casa intestata 15mila euro di Isee equivalgono a circa 30miila euro di reddito Irpef».

Il terzo controverso punto riguarda l’elenco dei beni acquistabili con la card ‘Dedicata a te’. Sì a carni di maiale, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole. Sì al pesce fresco, ma quello surgelato è escluso. Sì a latte e derivati, uova, olio d’oliva e di semi, prodotti di panetteria, pasticceria e biscotteria, paste alimentari, riso, orzo, farro, avena, malto, mais e altri cereali, farine di cereali, ortaggi freschi e lavorati, pomodori pelati e conserve di pomodoro, legumi, semi e frutti oleosi, frutta, alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula), lieviti naturali, miele naturale, zuccheri, cacao in polvere, cioccolato, acque minerali, aceto di vino, caffè, tè, camomilla. Sono esclusi alcol, marmellate e surgelati.
Le noti dolenti non mancano, ma ormai la ‘social card’ ha avuto il via libera. Le procedure per il rilascio sono state attivate. Non c’è domanda da presentare, il meccanismo è automatico. Funziona così: l’Inps, già in possesso di dati Isee, invia le segnalazioni ai Comuni sui beneficiari, quindi i Comuni si fanno carico di inviare ai beneficiari, a mezzo posta, le comunicazioni della carta risparmio spesa contenenti le indicazioni per il ritiro delle carte presso gli Uffici postali. Le ‘lettere’ saranno spedite a partire dal 18 luglio. La card va necessariamente attivata con un acquisto entro il 15 settembre: se in quella data non è stato comprato nulla, la card non funzionerà più e i soldi verranno persi.

Sullo sfondo, dunque, restano le polemiche. Accusa il leader del Movimento 5Stelle Giuseppe Conte: «C’è il vizio di distribuire mancette dandogli il nome del presidente del consiglio, forse sarà chiamata carta Meloni. Col reddito di cittadinanza, con noi hanno parlato di voto di scambio e allora questo cos’è?». Sulla stessa linea il segretario nazionale del Pd Ella Schlein: «Una mossa per nascondere che stanno smantellando l’unica forma di sostegno alla povertà in Italia» ovvero il reddito di cittadinanza. «E’ una mancetta di 382 euro che corrispondo a 30 euro al mese e sono misure molto escludenti, restano fuori coppie, anziani e percettori del reddito», ha aggiunto Schlein.

«A neanche un anno di governo, sotto pressione e in assenza di risultati, Giorgia Meloni rispolvera l’antica ricetta dei populisti l governo: la mancia di distrazione di massa. Una card per la spesa da 382 euro e 50 centesimi per una platea di 1,3 milioni di famiglie: si tratta di un fondo da 500 milioni di euro per il 2023 per un contributo una tantum destinato solo alle famiglie con almeno 3 componenti e un’Isee fino a 15.000 euro. Un provvedimento che esclude i single, in un Paese in cui ormai il 50% dei cittadini italiani vive da solo. Una misura che non aiuta davvero nemmeno le fasce più deboli del Paese – è il commento di Riccardo Magi, segretario di +Europa – Tanta, troppa approssimazione per chi voleva rilanciare l’Italia e si definisce patriota. Tanta, troppa presunzione nel non riconoscere ancora una volta la necessità di riforme strutturali per invertire la rotta e provare a non essere più il fanalino di coda d’Europa sul livello dei salari».

«Prima si sono accaniti contro i poveri, ora li prendono in giro. La ‘social card’ di social ha solo il video della presidente del Consiglio. Non aiuta chi soffre l’aumento dei prezzi ed esclude chi è più in difficoltà. Un euro al giorno, una tantum. C’è un limite alla propaganda», ha scritto su Twitter Debora Serracchiani, componente della Segreteria nazionale del Partito democratico.

giovedì, 13 Luglio 2023 - 09:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA