Napoli, custode scuola muore ma eredi vivono in alloggio non pagando fitto: chiesti danni a dirigenti comunali


Quando è venuto a mancare, l’alloggio che gli spettava all’interno della scuola perché custode è stato occupato dai suoi eredi. E nessuno di loro ha mai pagato l’affitto e neppure i consumi idrici al Comune di Napoli. Si è andato avanti così per circa dieci anni. Dieci anni di morosità ma anche di inadempienze da parte degli enti preposti che avrebbero potuto e dovuto sanare quella situazione di “successione” abitativa. Omissioni che hanno spinto la procura generale presso la Corte dei Conti a mette sotto “inchiesta” sette persone, contestando loro la piena responsabilità nel danno arrecato alle casse del Comune per la mancata corresponsione degli affitti. Un danno quantificato in 92.349 euro.

I fatti riguardano la scuola dell’infanzia e primaria ”L. Vanvitelli – plesso Caccavello’’ (situata nel quartiere Vomero), che si trova in un fabbricato di proprietà privata, preso in affitto dal Comune di Napoli. All’interno è presente un alloggio destinato al custode dell’edificio, custode che è andato in pensione nel 1988 ed è deceduto nel 2010. Quella casa è stata indebitamente occupata dagli eredi del custode. Eredi che hanno potuto continuato a vivere tranquillamente nella struttura grazie al Comune di Napoli che, pur non incassando affitti dagli occupanti, ha invece continuato a pagare l’affitto al privato titolare del bene. Per la magistratura contabile si è davanti a una «colpevole inerzia della pubblica amministrazione nell’intraprendere le doverose iniziative finalizzate alla liberazione dell’alloggio che, per la sua particolare ubicazione, permette agli occupanti “abusivi” l’accesso nei locali scolastici a qualsiasi ora del giorno e della notte, con evidenti ripercussioni negative sulla sicurezza delle scolaresche in giovane età, nonché l’utilizzo indiscriminato della fornitura idrica che serve l’istituto». L’occupazione di tali locali ha recato nocumento anche all’offerta didattica, stante l’impossibilita di reimpiegare gli stessi per sopperire al fabbisogno di aule.

L’invito a dedurre è stato notificato al titolare dell’Unità gestione contabile della Napoli Servizi; l’ex dirigente area gestionale della Napoli servizi; l’ex dirigente dell’area gestionale della Napoli servizi; l’ex responsabile del servizio demanio e patrimonio e del servizio politiche per la casa del Comune di Napoli; l’ex responsabile del servizio politiche per la casa del Comune di Napoli; l’ex responsabile del servizio demanio e patrimonio del Comune di Napoli e la dirigente scolastica dell’istituto “Vanvitelli”. Alla preside viene contestato anche il “grave pregiudizio per la sicurezza” a cui la scuola è stata esposta: gli occupanti l’alloggio, gli eredi del defunto custode, sono «in possesso delle chiavi della scuola» in quanto l’abitazione «è accessibile esclusivamente passando per i locali scolastici».

Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo operativo del Vomero che hanno condotto l’indagine sotto il coordinamento del procuratore regionale della Corte dei Conti per la Campania Antonio Giuseppone e del vice procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania Ferruccio Capalbo.

Secondo quanto emerso dalle indagini anche in altre scuole napoletane è stata riscontrata la stessa occupazione abusiva degli alloggi dei custodi: in uno di questi, è emerso, vive una persona il cui fratello venne arrestato nel 2005 perché sorpreso a coltivare marijuana proprio nel cortile dell’istituto.
Gli elementi raccolti, si legge in una nota stampa, «hanno anche rilevato che un’ingente quota del credito risarcitorio vantato dall’ente locale nei confronti degli occupanti abusivi, già richiesto in misura notevolmente sottostimata rispetto al valore di mercato dell’immobile, è stata falcidiata dalla prescrizione a causa di condotte ascrivibili a diversi dirigenti del Comune di Napoli e della Napoli Servizi s.p.a., società quest’ultima deputata alla corretta emissione delle diffide di pagamento». Nell’invito a dedurre della magistratura contabile viene evidenziata la gravità della vicenda alla luce delle già disastrate finanze comunali, che recentemente hanno ricevuto ingenti finanziamenti statali con il cosiddetto “Patto per Napoli”, il quale è condizionato, tra l’altro, proprio alla corretta gestione del patrimonio immobiliare ed alla dismissione dei “fitti passivi” da parte dell’ente locale: e’ infatti emerso che la morosità nei rapporti di utenza del patrimonio del Comune di Napoli ha raggiunto la vertiginosa cifra di oltre 133 milioni di euro e sono anche emerse importanti discrasie nell’attività di bollettazione nei confronti degli occupanti. Nel caso del plesso “Caccavello”, allo stato sussiste l’impossibilità di dismettere il fitto passivo proprio a causa della presenza di occupanti abusivi all’interno del cespite.

mercoledì, 8 Novembre 2023 - 11:58
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