Corruzione al ministero del Lavoro per un’assunzione alla Pegaso, udienza preliminare ‘lampo’ per Iervolino e altri 6

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Danilo Iervolino (foto tratta dalla pagina Facebook dell'Università Telematica Pegaso)

La “palla” è nelle mani delle sezioni unite della Cassazione: la Corte Suprema dovrà decidere sull’utilizzabilità delle intercettazioni che hanno dato la stura all’inchiesta e, solo allora, si potrà capire quale direzione processuale prenderà il procedimento su presunti casi di corruzione al ministero del Lavoro che vede tra gli imputati anche il presidente della Salernitana Danilo Iervolino. Nel caso di specie le intercettazioni arrivano da altra Procura (quella di Catanzaro) e sono state inizialmente disposte per perseguire altri reati.

Così l’udienza preliminare apertasi ieri mattina, venerdì 24 novembre, è divenuto un appuntamento di smistamento. C’è stata la costituzione delle parti, e il giudice dell’udienza preliminare Enrico Campoli del Tribunale di Napoli ha dato la parola al pubblico ministro Henry John Woodcock e anche ad alcuni avvocati di parte civile, tra cui l’avvocato dell’Università Pegaso, per ascoltare le loro considerazioni. Considerazioni che si sono riferite in modo particolare al problema della competenza territoriale. Secondo l’accusa, nel 2018 Iervolino – all’epoca dei fatti proprietario dell’università telematica Pegaso – avrebbe assunto il figlio della segretaria del ministero del Lavoro come professore alla Pegaso, nell’ambito di un complesso scambio di favori per vicende legate alla procedura per ottenere il parere favorevole, già negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal, in Encal-Cisal e Inpal conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali. La scissione ha avuto effettivamente il via libera il 18 gennaio 2018.

«Al di là delle intercettazioni – ha detto in aula il pm Woodcock – ci sono tutti gli elementi per sostenere l’accusa in giudizio». Sulla competenza territoriale si è invece espresso l’avvocato Giuseppe Iannaccone, legale della Pegaso che si è costituita parte civile ma non nei confronti di Danilo Iervolino, che dopo aver venduto la Pegaso non ha più alcun ruolo nell’Ateneo, né dell’avvocato Francesco Fimmanò (già direttore scientifico dell’Università Pegaso di Napoli). Va ricordato che nel 2021 è stata perfezionata la vendita del 100% della Pegaso al fondo di investimento inglese Cvc Capital Partner, rappresentato in Italia da Giampiero Mazza.

«Il prezzo della corruzione è l’assunzione del professore Rossi, e l’assunzione è avvenuta a Napoli – ha sottolineato il penalista – Non c’è dubbio e quindi, che Napoli sia assolutamente competente”. “Quella documentata nel dettaglio dalla Procura, – ha detto infine Iannaccone – è una brutta vicenda”. Insieme a Iervolino, sono imputati il segretario generale del sindacato Cisal Franco Cavallaro, la segretaria generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari, Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro, Mario Miele (presidente del consiglio di amministrazione della società “Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl”, ex consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum e attuale dirigente della Us Salernitana), l’avvocato Francesco Fimmanò (che avrebbe svolto il ruolo di mediatore), e Antonio Rossi, figlio della Ferrari. Il difensore di Fimmanò, avvocato Giuseppe Saccone, ha chiesto il rito abbreviato. Nel procedimento non ha invece (ancora) chiesto di costituirsi parte civile il ministero del Lavoro, alla cui dipendenze vi è l’imputata Concetta Ferrari, che pure risulta parte offesa. La Ferrari è accusata di avere ricevuto da Cavallaro regali o utilità come una borsa Louis Vuitton e appunto il famoso contratto per il figlio alla Pegaso. Si torna in aula il 21 dicembre.

sabato, 25 Novembre 2023 - 11:05
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