Csm, al plenum toni soft di Nordio davanti all’arbitro Mattarella. Tra i togati echi del caso Crosetto


Nessuna ordalia, ma toni concilianti, nel giorno dell’informativa Nordio al Csm, all’esordio da guardasigilli a Palazzo dei Marescialli. Nel plenum straordinario, non si avvertono echi del caso Crosetto, e del nuovo scontro tra magistratura e politica. E questo ad onta dei tempi del debutto di Nordio al Csm, il ministro della giustizia atteso più a lungo. Sarà forse la presenza di Sergio Mattarella, silente ma pesante, nel ruolo costituzionale di presidente del Consiglio superiore della magistratura. Un capo dello Stato quantomai arbitro tra poteri, a cui non è certo spiaciuto lo stile soft del ministro. L’auspicio è proprio quello di far decantare l’ultimo conflitto. E Nordio ripone la clava e indossa l’abito della diplomazia. «La mia presenza oggi, oltre ad essere l’occasione di un doveroso omaggio all’alta Istituzione che mi accoglie – esordisce -, intende riaffermare uno dei principi costituzionali che auspico possa connotare ogni segmento del mio servizio: la leale collaborazione». Il concetto di «leale collaborazione deve essere inteso in senso forte, come principio che orienta gli attori del sistema ordinamentale verso un raccordo, di pensiero e di azione, per il raggiungimento degli obiettivi comuni».

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A parere del guardasigilli, «questa collaborazione, tra Csm e ministro, è la chiave per restituire al Paese una giustizia sempre più vicina ai bisogni della collettività». Per esemplificare, Nordio assicura massimo «sforzo, con la collaborazione del Csm, per far entrare in servizio nuovi magistrati il prima possibile». E cioè «ben 4 procedure concorsuali sono gestite in contemporanea e un nuovo concorso, per altri 400 posti, si terrà all’inizio del prossimo anno». Un Nordio ‘colomba’ annuncia che «da gennaio anche il processo penale telematico sarà una realtà: la affronteremo insieme, a cadenze serrate ma con opportuna gradualità che porta a sintesi le esigenze e le soluzioni rappresentate così dalla Avvocatura come dagli uffici giudiziari». Il ministro della giustizia si mostra rassicurante anche sull’ultimo fronte di contrapposizione: le pagelle ai magistrati, previste dalla legge Cartabia ma introdotte con i decreti legislativi approvati nei giorni scorsi dal Cdm.

«Sul piano della professionalità – spiega – si è valorizzata prioritariamente la qualità della produzione giudiziaria del magistrato, con una attenzione specifica alla trasparenza e alla tempestività delle procedure». Di lì, è un crescendo di messaggi di pace. La centralità della collaborazione con il Csm come «chiave per restituire al Paese una giustizia sempre più vicina ai bisogni della collettività». La fiducia dei cittadini nelle toghe come «pilastro dello Stato di diritto» da rinsaldare con le riforme. E un «plauso» ai magistrati per i loro sforzi che stanno portando a risultati «incoraggianti» nella corsa agli obiettivi richiesti dal Pnrr, cioè il taglio dei tempi dei processi e la riduzione dell’arretrato. E toccando il nodo gordiano della separazione delle carriere, ribadisce che se un domani la Costituzionbe «dovesse essere cambiata per quanto riguarda l’assetto della magistratura, mai e poi mai vi sarebbe una soggezione anche minima del pm al potere esecutivo». Un’eventualità «nemmeno pensabile» per chi,come lui, «ha fatto 40 anni il procuratore».

Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, sottolinea che «non mancherà di profondere il massimo impegno di leale collaborazione con il ministro e la sua struttura dicasteriale». E alla politica ricorda come «i magistrati servono con onore il paese». Tra i togati però il caso Crosetto non è passato certo inosservato. Tra i consiglieri togati, c’è chi come Tullio Morello di Area rammenta che «i magistrati italiani non hanno amici o nemici in politica. L’unica loro guida resta la Costituzione». Mimma Miele di Magistratura Democratica sembra evocare gli attacchi al giudice Iolanda Apostolico di Catania, e ai colleghi che hanno disapplicato il decreto Cutro: è «Doverosa» da parte dei magistrati «la verifica di conformità delle leggi nazionali alla Carta costituzionale ed al diritto dell’Unione Europea». D’altro canto, aggiunge l’esponente di Md, l’azione del governo non gode di «presunzione di legittimità per definizione, neanche quando è sostenuta dalla forza e dal consenso». Per altri versi, i consiglieri di Magistratura Indipendente, esprimono con Paola D’Ovidio la loro «viva preoccupazione» per l’impatto del processo penale telematico sugli uffici giudiziari, considerando il flop della sperimentazione. Sulle pagelle ai magistrati Marco Bisogni di Unicost avverte dei rischi di «lesione dell’autonomia interna di giudici e pm».

All’Associazione nazionale magistrati replicano a distanza a Nordio. Per il segretario Salvatore Casciaro «è vero che l’indipendenza è patrimonio acquisito dell’intera Magistratura italiana, ma essa va costantemente preservata e difesa con adeguati presidi che la legge Cartabia, e i più recenti schemi di decreti delegati, hanno purtroppo incrinato». Per questo, il sindacato delle toghe auspica che «si possano rivedere alcune scelte con il costruttivo contributo delle categorie interessate». Casciaro però legge una disponibilità «a cogliere il segnale d’allarme lanciato dall’Anm» nell’impegno del ministro «ad avviare, con opportuna gradualità, il processo penale telematico».

venerdì, 1 Dicembre 2023 - 08:10
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