Crosetto accusa le toghe di trame anti governo, è scontro con l’Anm. Gelo di Fd’I, ma il ministro: «Pronto a riferire a Copasir»

di Giorgio Pari

Mentre la premier Meloni sembra cercare un dialogo con le toghe, a riaccendere lo scontro politica-magistratura pensa Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, intervistato dal Corriere della Sera, sostiene che il governo può essere messo a rischio solo dall’ “opposizione giudiziaria”. Crosetto, addirittura, riferisce di aver saputo di “riunioni di una corrente della magistratura” in cui si discute di come “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'”. Il ministro non arretra nemmeno dopo la bufera scoppiata per le dichiarazioni. E dice di essere pronto «con estremo piacere», a riferire in Parlamento «se sarà possibile farlo in commissione Antimafia o Copasir, per la necessità di riservatezza e di verifica delle notizie che ho ricevuto». Fonti della presidenza della commissione Antimafia, intanto, fanno sapere che «la richiesta di audizione del ministro Crosetto sarà valutata quando ufficialmente formulata in ufficio di presidenza», la cui riunione è in calendario per martedì.

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L’attacco del ministro è sferrato nel giorno in cui l’Associazione nazionale magistrati riunisce a Roma gli iscritti, proprio sulle frizioni dei mesi scorsi, quando alcuni giudici – come Iolanda Apostolico – erano finiti nel mirino del centrodestra. Per il sindacato delle toghe l’accusa del ministro è “una fake news” che “non ha alcun fondamento”, e “fa male alle istituzioni”. Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, parla di un “attacco” ai magistrati , ma anche “una rappresentazione malevola dell’impianto istituzionale del Paese”. Inoltre ritiene “fuorviante” attribuire ai magistrati il ruolo di chi rema contro” e fa “opposizione politico-partitica”.

Se Crosetto sale sul ring, il duello con i giudici infiamma il dibattito politico. Ma è sintomatico il silenzio di Fratelli d’Italia, partito di cui il ministro è cofondatore. A Crosetto, semmai, arriva l’immancabile sostegno di Forza Italia, e perfino di settori dell’opposizione centrista. Per Francesco Sisto, viceministro forzista di via Arenula,  «è ora di chiudere il cantiere aperto sulla giustizia». La riforma della giustizia – finita nel congelatore a causa del premierato – resta invece «il mantra» di Fi. Sulla stessa linea il deputato Alessandro Cattaneo: la riforma della giustizia è «necessaria e non più differibile, ha priorità sulle altre riforme come il premierato e l’autonomia differenziata». Se il ministro della Difesa dice certe cose, sicuramente non parla a caso e il suo ragionamento va preso sul serio”. Secondo Matteo Renzi, leader di Italia Viva, «se il ministro della Difesa dice certe cose, sicuramente non parla a caso e il suo ragionamento va preso sul serio». Ma poi chiede a Crosetto «perché la Meloni ha bloccato la riforma?».

Enrico Costa, deputato di Azione ed ex di Forza Italia, trova «coraggiose» le parole del titolare della Difesa. Ma da lui si discosta Carlo Calenda, pur evocando «interventi ‘politici’ spesso finiti in nulla» dei magistrati. Per il leader di Azione «un ministro non può riferire di complotti di magistrati senza denunciarli in modo specifico e circostanziato. Non siamo al bar dello sport».  Il Pd con la responsabile Giustizia, Debora Serracchiani, chiede invece un chiarimento: «Siamo stupefatti dalle dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro Crosetto. Se sa qualcosa che mette in pericolo la sicurezza nazionale lo dica. Diversamente, la smetta questo governo di lanciare velate minacce e di lamentare infondati complotti». Per Giuseppe Conte, presidente del M5S, «l’accusa mossa ai magistrati è gravissima e un ministro della Repubblica ‘responsabile’ non può non rendersene conto”, e se Crosetto «ha informazioni così gravi deve andare immediatamente in Procura», non diffondere «queste notizie tra le pieghe di un’intervista».

lunedì, 27 Novembre 2023 - 08:05
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