Castellammare, infermiera aggredita in ospedale: colpita in faccia con un pugno. Il dg Asl Na 3: «Militarizzare i nosocomi»

L'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia

Un’infermiera strattonata, trascinata per i capelli, sbattuta in terra e poi colpita con un pugno in pieno viso. Arriva dall’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia l’ennesimo episodio di violenza in corsia ai danni degli operatori sanitari. L’infermiera è stata aggredita, ieri sera intorno alle 20.30, dai parenti di un paziente perché li aveva invitati ad allontanarsi e a spostarsi nella sala d’attesa. L’infermiera ha riportato la frattura dell’incisivo superiore destro mediale, l’infrazione delle ossa nasali, una ferita lacero contusa al labbro superiore, suturata con un punto riassorbibile, una vistosa tumefazione al lato destro del volto, una lombalgia post traumatica e un severo stato di agitazione psicomotoria. La prognosi è di 25 giorni salvo complicazioni. Sono al momento al vaglio degli inquirenti le immagini del sistema di videosorveglianza per risalire agli autori dell’aggressione.

«Siamo stanchi delle violenze – ha commentato il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo – chiediamo l’immediata attivazione del drappello di polizia all’interno del presidio. Arrivati a questo punto la militarizzazione degli ospedali è l’unica strada percorribile. Ogni giorno gli operatori sanitari raggiungo il posto di lavoro per curare e non certo per rischiare la vita. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguirà questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile».

Quanto accaduto è «un atto di barbarie che ci fa inorridire e che merita una reazione dura e immediata», ha osservato la deputata di Forza Italia Annarita Patriarca, componente dell’ufficio di presidenza di Montecitorio e della commissione Affari sociali. «Le continue aggressioni a cui sono esposti i sanitari, a tutti i livelli, rappresentano quanto di più ingiusto si possa commettere nei confronti di donne e uomini che, spesso, a costo di enormi sacrifici personali, si prodigano per aiutare il prossimo in condizioni critiche. Donne e uomini che meritano rispetto e ammirazione e non certo atti di violenza», ha aggiunto. Patriarca ha ricordato che «il Governo ha già preso importanti contromisure, con il decreto legge 34 del 2023, fortemente voluto dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che prevede un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi si renda protagonista di lesioni, anche non gravi, nei confronti degli operatori, oltre ad altre misure di tutela». Tuttavia per la deputata «la sola soluzione giudiziaria a fatto compiuto non è sufficiente, ancorché necessaria»: «Bisogna anzitutto rendere più sicuri i presidi ospedalieri, con drappelli delle forze dell’ordine, e soprattutto bisogna lavorare sulla prevenzione culturale facendo finalmente passare il messaggio che gli operatori sanitari non sono dei ‘nemici’ da combattere, ma dei preziosi professionisti cui affidarsi con riconoscenza e fiducia».

Va, invece, all’attacco del presidente della Regione Campania Severino Nappi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale. «Al di là dell’evento straordinario legato al picco di casi di Covid e di influenza, la sanità in Campania fa registrare l’ennesimo capitolo drammatico di una gestione regionale fallimentare su tutta la linea. Che davanti a una emergenza, per giunta ampiamente prevedibile, non sa dare altra risposta che il blocco dei ricoveri negli ospedali napoletani – ha accusato Nappi – Senza contare che le aggressioni che vedono quotidianamente vittima il personale medico e infermieristico, comportamenti da stigmatizzare senza se e senza ma e contro i quali il Governo nazionale sta agendo con misure che ripristinino la sicurezza negli ospedali dopo anni di immobilismo, trovano comunque origine anche nello stato di esasperazione e di totale caos in cui questa amministrazione regionale ha precipitato i drappelli di primo soccorso, che qui da noi si contraddistinguono costantemente per un superaffollamento senza soluzione di continuità. E De Luca ha ancora il coraggio di parlare di modello di sanità da esportare nel resto d’Italia. Vergognoso».

giovedì, 4 Gennaio 2024 - 14:35
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