Autonomia differenziata, De Luca: «Legge truffa, ricorso a Consulta»; «Su scuola e sanità bloccare contrattazioni autonome»

di maga

«Se le Regioni partono tutte dallo stesso punto, se le Regioni del Sud possono dotarsi dello stesso organico e delle stesse strutture, allora siamo d’accordo all’autonomia differenziata e siamo pronti a questa sfida di efficienza. Altrimenti ci siamo prendendo in giro». Dalla Sala De Santis di Palazzo Santa Lucia, il presidente della Regione Campania Vincenzo Campania inaugura la mobilitazione contro la riforma Calderoli, da lui definita «legge truffa», che pochi giorni fa ha incassato il via libera dal Senato e ora si appresta ad approdare alla Camera. E lo fa con una proposta-provocazione al ministro Calderoli e al Governo che tocca il cuore di tutti i problemi relativi all’autonomia differenziata: «Decidiamo che l’autonomia differenziata partirà quando alla Campania e al Sud avremo dato le stesse risorse sul Fondo sanitario nazionale, quando avremo recuperato il divario di personale e posti letto nella sanità pubblica e lo stesso numero di dipendenti nella pubblica amministrazione – elenca De Luca – Così diventa comprensibile anche il paragone sulla capacità di spesa».

Non solo: De Luca chiede anche di inserire una modifica nel testo di riforma con la quale si impedisca alle Regioni di procedere alle “contrattazioni autonome” su alcuni settori cruciali come la scuola e la sanità. Il perché è presto detto: con la possibilità delle Regioni più ricche di avviare contrattazioni autonome, «un fiume di medici e infermieri partirebbe dal Sud per andare al Nord». «Se non viene chiarito in maniera esplicito questo vincolo, è evidente – avverte De Luca – che stiamo distruggendo il sistema sanitario nazionale nel suo complesso e stiamo determinando la distruzione della sanità in tutto il Mezzogiorno di Italia». «Se una regione che ha disponibilità finanziaria può fare contratti integrativi regionali per il personale medico e infermieristico, organizzarsi autonomamente le scuole di specializzazione, disporre di fondi integrativi per la sanità da destinare a comparto privato accreditato è evidente che la sanità del Sud è morta». Per il presidente questi due punti sono la base di partenza per creare un equilibrio tra le Ragioni in vista della riforma: «Non possiamo andare alla guerra chi con le armi termonucleari e chi con le pistole ad acqua. Dopodiché la sfida dovrà essere accettata», dice.

Ma siccome alle sollecitazioni arrivate dalla Campania, non vi è stata risposta, allora De Luca si prepara alla guerra chiamando a raccolta «le amministrazioni locali, il mondo della cultura, quello del lavoro e delle imprese». Sarà una battaglia senza esclusioni di colpi, a sentire il governatore. Una battaglia che vedrà manifestazioni di piazza ma soprattutto azioni a colpi di carta bollata. «Ci prepariamo a una guerra sul piano istituzionale e giudiziario, su tutti i piani, per contrastare una misura che per ragioni di merito è nettamente contraria all’unità d’Italia oltre che agli interessi del Mezzogiorno d’Italia – annuncia De Luca – Se si farà il referendum (abrogativo, ndr), aderiremo. Anche se noi vorremmo intervenire un po’ prima facendo il ricorso alla Corte costituzionale perché riteniamo che vi sia materiale in tal senso». «Faremo di tutto – insiste – affinché non si approvi questa diavolo di legge». Una legge che De Luca definisce «truffa» perché « non da risposte chiare e corrette dal punto di vista di finanziamento dei Lep ma addirittura comincia a bruciare risorse nazionale sottraendole al Sud».

Per entrare nel merito, De Luca si sofferma su alcuni articoli della riforma. «Dall’articolo 1 viene detto che l’avvio dell’autonomia avviene ‘subordinamente alla determinazione dei Lep su base nazionale’. Ebbene – dice – il primo elemento politico di truffa è in questo: la parola determinazione dei Lep non garantisce assolutamente nulla. Quello che garantisce è la determinazione dei Lep e il finanziamento dei Lep. In nessuna parte del decreto si parla di risorse finanziarie che dovrebbero sorreggere la determinazione su base nazionale. La determinazione dei Lep non coincide con il finanziamento dei Lep». Non solo: «La stessa definizione dei Lep viene spostata nel tempo di due anni – prosegue -. Il governo Meloni si da due anni di tempo per dare concretezza alla definizione dei Lep mentre l’autonomia differenziata va avanti. Siamo di fronte a una truffa politica evidente». Altra nota dolente, per De Luca, sono gli articoli 8 e 5 della riforma: «Si parla in maniera esplicita di compartecipazione al gettito di regioni che chiedono autonomia differenziata. Ecco: dai primi calcoli fatti, significa, con la compartecipazione al gettito, spostare nove miliardi di euro di Irpef e di Iva dallo Stato alle Regioni che ottengono l’autonomia differenziata. Non solo non si dice come si finanziano i nuovi Lep ma si bruciano risorse finanziarie che dovrebbero essere destinate a finanziarie i nuovi Lep».

Le conclusioni per De Luca sono una ridda di pesanti considerazioni sul governo: «Non avete più titolo morale, politico, ideale di parlare di nazione. Questa non è una legge per la Nazione ma, come dico io, per il contro-risorgimento. La Nazione la state facendo morire. Ill delitto che stanno compiendo il governo Meloni e il ministro buio Fitto è di danni incalcolabili».

giovedì, 25 Gennaio 2024 - 17:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA