Doriforo Stabiae, gli Usa snobbano l’Italia: no a restituzione opera. Fragliasso: «Non staremo fermi, l’opinione pubblica ci aiuti»

di Lana

La procura di Torre Annunziata chiama, gli Stati Uniti fanno orecchie da mercante. E così la statua del Doriforo, trafugata negli anni Ottanta da Castellammare di Stabia ed oggi esposta nel museo di Minneapolis dopo una breve permanenza a Monaco, resta ancora nelle mani degli americani nonostante penda un provvedimento immediatamente esecutivo di restituzione dell’opera all’Italia.

La storia è stata nuovamente segnalata dal procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso in occasione della conferenza stampa sulla collaborazione in corso tra procura e Parco archeologico di Pompei per la tutela del patrimonio storico da scavi clandestini e saccheggiatori. «Di questa vicenda bisogna parlarne anche se è abbastanza nota – ha osservato Fragliasso -. E’ necessario che essa non sia coperta questa vicenda dal silenzio, come è successo per quasi 40 anni. Ed è necessario che l’opinione pubblica si faccia sentire». Sì, perché ad oggi le vie legali percorse non hanno sortito alcun effetto. Il 18 gennaio 2022 il gip del Tribunale di Torre Annunziata ha ordinato la confisca della statua su richiesta della procura. Nel febbraio 2022 la procura ha inoltrato una rogatoria internazionale alle competenti autorità di Washington, ma anche stavolta gli Usa hanno fatto finta di niente. Quindi tra il maggio e dicembre 2022, la procura ha trasmesso agli Usa i documenti integrali sui quali si fonda il provvedimento di confisca. A ciò si aggiunga che tutti gli atti sono stati notificati anche al legale rappresentante del museo di Minneapolis. Tutti sanno che l’Italia legittimamente reclama una sua opera d’arte e tutti si voltano dall’altra parte.

«Abbiamo anche inoltrato formale richiesta di sollecito – ha aggiunto Fragliasso – ma non abbiamo ricevuto risposta. Ecco perché è importante che se ne parli». Una situazione paradossale che si incunea in una situazione di evidente imbarazzo per gli Usa. «Abbiamo prova del fatto – ha spiegato Fragliasso – che quando i rappresentanti del museo di Minneapolis hanno acquistato la statua, sapevano della provenienza clandestina». La prova «è in un carteggio che ci è stato consegnato dagli Usa». E forse questa potrebbe essere la ragione per la quale dagli Usa fanno spallucce. Neppure la via del dialogo tentata un anno fa è servita a qualcosa. Il direttore del Parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel partecipò, su delega del ministero, a un viaggio al museo di Minneapolis «per cercare di arrivare a una soluzione bonaria», ma senza esito. Risultato: «Massimo Osanna – ha spiegato Gabriel Zuchtriegel – ha disposto che per quanto rimanga così la situazione, i musei statali non faranno più collaborazione e prestiti al museo di Minneapolis». E il Doriforo di Stabiae continua a restare negli Usa.

domenica, 25 Febbraio 2024 - 12:05
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