Amendola, ucciso e sepolto dagli amici: sentenza destinata a slittare, c’è lo sciopero dei penalisti

Vincenzo Amendola

La sentenza tanto attesa sull’omicidio di Vincenzo Amendola, il ragazzino di San Giovanni a Teduccio ucciso e poi sepolto da quelli che credeva essere suoi amici, potrebbe non esserci. Non domani. Non nella data inizialmente stabilita dal giudice per le indagini preliminari. La Camera penale partenopea, diverse settimane fa, ha indetto una giornata di astensione dopo le proteste di un avvocato legate ad un procedimento che la vedeva impegnata proprio a Napoli. E con buona probabilità anche i penalisti impegnati nella difesa degli imputati del delitto Ammendola aderiranno all’astensione. Nell’udienza celebratasi lo scorso 9 aprile il pubblico ministero antimafia Antonella Fratello ha chiesto l’ergastolo per Gaetano Formicola (figlio del boss detenuto e della donna ‘accusata’ di aver avuto la relazione con Amendola) e per Giovanni Tabasco. I due sono accusati di omicidio e di soppressione di cadavere, con l’aggravante della premeditazione e della matrice camorristica. Chiesta la condanna anche di Raffaele Morra solo per la soppressione di cadavere. Nel processo si è costituita parte civile la famiglia di Vincenzo Amendola, rappresentata dagli avvocati Volpe, Gambale e Lauri. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Leopoldo Perone, Antonio Sorbilli e Mauro Zollo.

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martedì, 5 Giugno 2018 - 17:17
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