L’incubo giudiziario è ormai alle spalle, Vittorio Pisani si riprende la scena: è Dirigente generale della Polizia

Pisani
Il superpoliziotto Vittorio Pisani
di Manuela Galletta

L’incubo giudiziario è alle spalle. Adesso è l’ora di recuperare il tempo perduto. Di riprendersi la scena che un’inchiesta, poi demolita in fase processuale, gli aveva rubato. Vittorio Pisani, l’acchiappalatitanti come lo ribattezzarono a Napoli per via degli eccellenti arresti di noti capi della camorra eseguiti quando era alla guida della Mobile di Napoli, è stato nominato Dirigente Generale della Polizia di Stato.  Un riconoscimento prestigioso per il superpoliziotto attualmente direttore del Servizio Immigrazione della Polizia Di Stato italiana presso la direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere.

Vittorio Pisani lasciò la guida della Squadra Mobile di Napoli nel giugno del 2011 per effetto delle accuse a lui contestate nell’ambito dell’inchiesta ‘Megaride’ che teorizzò il riciclaggio di denaro sporco del boss (poi divenuto pentito) Salvatore Lo Russo in alcuni noti ristoranti di Napoli. Pisani venne colpito da un divieto di dimora in Campania perché la Direzione distrettuale antimafia riteneva che il poliziotto avesse informato l’imprenditore Marco Iorio, suo amico, dell’esistenza dell’indagine che lo riguardava in quanto Iorio era tra i ristoratori sospettati di aver ‘pulito’ i soldi del boss di Miano. Una tesi, quella della procura, che non resse già a dibattimento. Pisani venne assolto. Così come, per Iorio e i suoi fratelli, cadde l’accusa di aver investito nelle attività di famiglia i soldi di Lo Russo. L’assoluzione è diventata definitiva. Ma nell’attesa che la Giustizia facesse il suo corso, la storia professionale di Pisani e quella della ‘sua’ squadra Mobile di Napoli sono state stravolte. Non senza tensioni, non senza polemiche. Il ‘pool’ investigativo dell’acchiapalatitanti non esiste più, venne ‘sciolto’ nel tentativo – poi riuscito – di ricucire i rapporti con pezzi della procura della Repubblica di Napoli che guardavano con ritrosia agli uomini di Pisani e che pertanto non riuscivano più a lavorare in sinergia su delicate inchieste anticamorra. Pisani fu mandato a Roma, la sua carriera ‘congelata’ anche se nei fatti Pisani ha sempre goduto della massima considerazione da parte dei più alti in grado della Polizia. Basti pensare che in occasione dell’arresto del boss Michele Zagaria (7 dicembre 2011), eseguito dalla squadra di Pisani prima dello sfaldamento, Pisani partecipò alle operazioni di cattura. Osannato dai suoi uomini. Il che fece storcere il naso agli allora vertici della procura che coordinarono le attività di indagini sull’arresto di Zagaria e che nel frattempo avevano messo il superpoliziotto sotto accusa. Fu l’ultimo eccellente risultato di una carriera costellate da indimenticabili operazioni: come la cattura del boss (latitante) Eduardo Contini ‘o romani, tra i ‘padri fondatori’ dell’Alleanza di Secondigliano e tra i camorristi con la propensione manageriale più spiccata; o l’arresto del boss (latitante) Vincenzo Licciardi, altra ‘anima’ dell’Alleanza di Secondigliano.

Nel frattempo Pisani ha anche querelato Lo Russo per calunnia, questo perché il boss pentito aveva dichiarato alla Dda di aver fatto diversi regali al poliziotti in cambio di un occhio di riguardo: in particolare Lo Russo assumeva che il suo clan non sarebbe stato toccato da indagini proprio in ragione di un patto stretto con Pisani. Le dichiarazioni di Lo Russo sui regali non solo non state mai provate (tanto è vero che la stessa procura di Napoli ha chiesto , e ottenuto, l’archiviazione del fascicolo di corruzione pure aperto nei confronti di Pisani), ma Lo Russo è stato anche smentito documentalmente sulla assenza di interventi di polizia ai suoi danni. Di qui la querela per calunnia che alla fine si è concretizzata in una severa condanna. La storia di Pisani è stata raccontata anche nella fiction Rai ‘Sotto Copertura – La cattura di Michele Zagaria’, dove a dare voce e volto all’acchiappalatitanti era Claudio Gioè. Adesso Pisani si riprende la scena. Con la compostezza e il silenzio che ha sempre contraddistinto il suo percorso, la sua storia. Anche quella difficile, difficilissima, legata al processo che l’ha visto coinvolto. Mai una polemica con la procura, mai una dichiarazione rilasciata alla stampa per contestare le pesanti, e infondate, accuse che hanno stravolta la sua vita. L’unica emozione alla quale Pisani ha ceduto sono le lacrime liberatorie versate in occasione della lettura della sentenza di primo grado che lo mandava assolto. E’ un ricordo lontano.

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mercoledì, 25 Luglio 2018 - 13:33
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