Napoli, abusi su bimbe autistiche nel centro di riabilitazione: condannato fisioterapista, stop a lavori coi bambini

Tribunale Giustizia

Otto anni di reclusione e una multa da 46mila euro: si è concluso così, pochi minuti dopo le due di oggi pomeriggio, il processo con rito abbreviato a carico di un fisioterapista accusato di abusi sessuali ai danni di tre bimbe (una delle quali ha 9 anni) con problemi cognitivi che teneva in cura in un centro di riabilitazione di Posillipo. La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Rossella Marro del Tribunale di Napoli all’esito del processo che si è definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il pubblico ministero Maria Cristina Ribera aveva chiesto la condanna a 12 anni.

Il giudice ha anche disposto pene accessorie: l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale per la durata della pena; la sospensione dall’esercizio delle professione di terapista con interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. Qualora la condanna diventasse definitiva, per la la durata di tre anni l’imputato, inoltre, non potrà avvicinarsi a luoghi frequentati da minori, né potrà svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con i minori. Nel processo si erano costituiti parti civili i genitori delle tre bimbe (una delle parti civili è stata rappresentata dagli avvocati Salvatore Nugnes e Alfredo Capuano), la clinica presso la quale lavorava il fisioterapista e l’associazione ‘La Caramella buona’ (rappresentata dall’avvocato Sergio Pisani).

Il fisioterapista venne arrestato agli inizi dell’agosto dello scorso anno a corollario delle indagini condotte dalla VI sezione Squadra Mobile di Napoli. A dare la stura all’inchiesta fu proprio la denuncia di una mamma, che si era insospettita per via di alcuni atteggiamenti della figlia. A seguito della denuncia gli agenti hanno piazzato telecamere nascoste nei locali dove l’indagato incontrava le piccole pazienti. Secondo i magistrati, le registrazioni hanno fornito riscontri ai sospetti di palpeggiamenti. Proprio le telecamere hanno consentito agli investigatori di scoprire anche una seconda vittima.

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martedì, 7 Maggio 2019 - 14:37
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