Ai pm chiamati a votare per le elezioni suppletive del Csm (che si terranno domenica 6 ottobre e lunedì 7 ottobre) si presenta come «un magistrato schivo alla ribalta, sia per indole che per garanzia».
Alessandro Milita, 54 anni, procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere, ha «sempre svolto funzioni inquirenti e requirenti». E intende continuare a farlo, se eletto al Consiglio superiore della magistratura. «Ho capito che è necessario agire per la legalità e – spiega – col piglio del pubblico ministero all’interno del Csm così da far impossibile per scongiurare. Ex sostituto della Dda di Napoli, in precedenza alla procura di Brescia, per 25 anni ha ritenuto incompatibile la propria carriera con l’impegno associativo. «Ho sempre e solo lavorato – racconta -, non ho mai svolto attività nelle correnti. E ho sempre temuto che le correnti potessero trasformarsi in lobby». Qualcosa, però, è cambiato con lo scandalo di Palazzo dei Marescialli. Da qui la decisione di candidarsi. «Mi sono autocandidato in modo totalmente indipendente da qualsiasi corrente – afferma-. Il ruolo dei professionisti dell’associazione si è rivelato del tutto inadeguato, prescindendo ovviamente dai casi di patologia estrema».
Secondo Milita «qualcuno ha definito quanto è successo la notte della magistratura, io la vedo come la nuova alba per noi tutti. Prima potevamo solo dire io so ma non ho le prove, ora dobbiamo dire noi sappiamo e conosciamo i responsabili e sopratutto logiche interne, e ne abbiamo tutti la prova evidente».
Al primo punto del suo programma: «Garanzia di trasparenza e legalità nelle nomine agli uffici direttivi e semi direttivi. Le scelte vengono fatte sulla base dei curriculum e schede identificative senza nome. Ogni condotta abusiva sarà denunciata».
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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 16:57
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