Procura di Arezzo, volano stracci nel Csm Unicost contro Bonafede e le altre correnti: «La rimozione di Rossi è abnorme»


Volano gli stracci nel Consiglio superiore della magistratura. Il casus belli è il benservito dato pochi giorni fa al magistrato Roberto Rossi, che il plenum del Csm – a maggioranza – ha deciso di non riconfermare alla guida della procura di Arezzo ritenendo che il suo doppio incarico di consulenza alla presidenza del Consiglio dei ministri nel periodo in cui assunse il coordinamento delle indagini su Banca Etruria abbia compromesso «sotto il profilo dell’immagine il requisito dell’indipendenza da impropri condizionamenti». Unicost, la corrente di centro e di maggioranza delle toghe che aveva votato contro il mancato rinnovo di Rossi, ha bollato la decisione del Csm come «abnorme» e «allarmante».

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La decisione del Csm si fonda, spiega Unicost, «su generici motivi di ravvisata ‘inopportunita’ istituzionale’ del dirigente, ‘inopportunità istituzionale’ che non viene declinata concretamente in alcun modo, mancando del tutto episodi di lesione dell’indipendenza del magistrato». Ed è «in evidente contrasto con opposte valutazioni fatte dal Csm»: la posizione del magistrato era stata «già approfonditamente e ripetutamente vagliata» e per Rossi si era esclusa «qualsiasi censura ambientale, funzionale, deontologica e disciplinare».

Attacchi sono stati rivolti da Unicost alle altre correnti della magistratura che hanno votato la delibera presentata dal consigliere Piercamillo Davigo: «Stupisce che gruppi associativi e consiliari che hanno rivendicato l’obiettivo di limitare la discrezionalità consiliare in ragione di fornire ai colleghi certezze più salde sotto il profilo ordinamentale e professionale – conclude Unicost – abbiano oggi condiviso questo passaggio consiliare ben poco ispirato ad un canone di moderazione costituzionale che s’impone a tutela effettiva dell’indipendenza interna ed esterna dei magistrati italiani».

Infine presidenza e segreteria di Unicost puntano l’indice anche contro il Guardasigilli Alfonso Bonafede, che lo scorso agosto si era espresso sul punto dicendo che Rossi non andava riconfermato. Per Unicost il Guardasigilli si è reso responsabile di un «ancora più preoccupante» e «grave sconfinamento di attribuzioni».

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martedì, 29 Ottobre 2019 - 13:29
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