Coronavirus, giù incassi del cinema del 44% in un week-end. Con lo stop delle gite a rischio business da 316 milioni


Economia in ginocchio e siamo appena al quinto giorno dall’esplosione dei focolai di contagio da Coronavirus. Sono gli effetti, inevitabili, del panico che ha abbracciato l’Italia intera, complice anche un’informazione istituzionale tarata quasi esclusivamente sui numeri del contagio (che aumentano di ora in ora e che, con angosciante puntualità, vengono aggiornati ogni 24 ore con tanto di conferenze stampa) e su toni da emergenza sanitaria che hanno restituito la percezione, errata, di un alto tasso di mortalità a causa del Covid-19.

Il mondo del cinema ha già alzato bandiera bianca, e c’è qualche casa di produzione che ha persino deciso di rinviare l’uscita (programmata) dei film in sala temendo una scarsa affluenza di pubblico. Eagle Pictures e Paco Cinematografica hanno deciso di comune accordo che ‘Il talento del calabrone’ (diretto da Giacomo Cimini, con Lorezo Richelmy, Anna Foglietta e Sergio Castellitto) non uscirà il 5 marzo: «Le vicende sanitarie che hanno coinvolto il nostro Paese e determinato la chiusura dei cinema del Nord Italia – si spiega in una nota – impongono la necessità di scegliere una nuova data per l’arrivo in sala del film».

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Ma sono i numeri degli ‘accessi’ nel week-end appena trascorso che fanno presagire dei mesi bui: gli incassi del fine settimana (quando la notizia del contagio è esplosa) hanno fatto registrare su tutto il territorio italiano un -44%, sono nel profondo rosso. Solo nella giornata di ieri, martedì 24 febbraio, si è registrato un calo del 65% sul 2019 e del 75% rispetto alla settimana precedente e le sale sono in crisi ovunque, anche nelle zone non interessate dalle misure adottate per la prevenzione del contagio da coronavirus. L’Associazione nazionale esercenti cinema è fortemente preoccupata: «Per le imprese e per i lavoratori coinvolti si reputano necessarie e urgenti misure straordinarie, come ad esempio la cassa integrazione in deroga», dice Mario Lorini, presidente Anec. «Purtroppo – prosegue – in questo momento prevale un senso di allarme anche laddove non vi sono rischi per la salute pubblica e ciò si traduce in un impatto drammatico per le imprese di esercizio di tutta Italia».

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Anche il settore del turismo non se la passa meglio: nelle regioni del Nord interessate dal maggior numero di contagi (Lombardia e Veneto), le disdette sono piovute a raffica, ma più in generale in moltissimi hanno deciso di non spostarsi e soprattutto di evitare, per il momento, di prenotare location per trascorrere la Pasqua. Per non parlare dei mancati introiti da gite scolastiche, che sono state bloccate. E stiamo parlando di introiti da capogiro. Basti pensare che, come osservato all’Ansa dalla vicepresidente di Ferdeturismo Confindustria Marina Lalli, «solo il settore delle gite scolastiche muove un business da 316 milioni». Attorno alle gite scolastiche ruota infatti l’economica di alberghi, parchi a tema, tour operator, trasporti, meeting industry. E, invece, adesso è tutto fermo. Non si spostano gli studenti italiani, ma neppure quelli stranieri che stavano attendendo i viaggi di istruzione per visitare il nostro Paese. Nei giorni scorsi la Croazia ha deciso di sospendere tutte le gite scolastiche in Italia per un mese per limitare al massimo il rischio di diffusione dell’epidemia da coronavirus. Il ministero degli Esteri ha invece consigliato ai cittadini croati di evitare viaggi in Veneto e in Lombardia, regioni che sono state dichiarate «a rischio di contagio da coronavirus».

Andrà sempre peggio. Ecco perché Confindustria ha già chiesto, ottenendolo, un incontro con il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli. Ché la priorità, adesso, non è solo varare misure economiche speciale per i comuni inseriti nella ‘zona rossa’ (il Basso Lodigiano e Vo’ Euganeo, che sono ‘cinturati’), ma è prendere provvedimenti per non fare collassare, in un terribile effetto domino da panico, l’economia dell’intero Paese. «Ci aspettiamo provvedimenti a sostegno dei settori più colpiti che sono ad oggi turismo, fiere, trasporti logistici e attività culturali», spiega il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci.

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martedì, 25 Febbraio 2020 - 17:30
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