Coronavirus, quella sconcertante fuga di notizie sul decreto che ha dato l’alibi per l’irresponsabile fuga dal Nord

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di Bianca Bianco

La ‘tempesta perfetta’, stavolta, l’ha creata il Governo con la complicità di chi ha dato anteprime della delicatissima bozza di decreto che trasforma la Lombardia e 14 Province di Veneto, Marche, Emilia Romagna, Piemonte in una grande zona rossa e di chi, nelle ore successive, si è precipitato nelle stazioni dei treni e degli autobus, o sulle autostrade, per tornare a casa, al Sud e nelle isole, temendo di restare intrappolato lì. Irresponsabilità: è forse questa l’unica parola da usare per la notte appena trascorsa, durante la quale si sono rincorse anticipazioni delle decisioni del Governo quando Regioni e forze dell’ordine erano ancora impreparate, giustamente, e una buona fetta di cittadinanza era ancora convinta forse che questa non fosse una emergenza nazionale grave, che richiede sforzi collettivi nel segno del buon senso e della civiltà invece di fughe e pericolosi assembramenti in vagoni e pullman.

Tutto è iniziato sabato sera, quando agenzie e telegiornali hanno iniziato a dare a brandelli notizie del decreto con cui l’Esecutivo ha deciso di ‘bloccare’ entrate ed uscite in Lombardia ed altre province, affiancando a questa decisione altre misure molto stringenti, tutte spiegate di ora in ora in uno stillicidio di anticipazioni quando il decreto era ancora in bozza. Per chi lavora da giorni per informare sul Coronavirus, peraltro, non è stato necessario attendere i lanci delle agenzie di stampa. La bozza di cinque pagine della Presidenza del Consiglio dei Ministri contenente le nuove disposizioni circolava allegramente su Whatsapp già da poco dopo le 20, anche sulle nostre chat. Ma vista l’estrema particolarità della situazione e la mancanza del documento definitivo, abbiamo deciso di attendere l’ufficialità prima di darla in pasto ai lettori. Scelta inutile: la corsa a fornire dettagli era già iniziata, mentre saliva l’ansia di tornare a casa di chi, nonostante sia da giorni martellato di notizie sulla elevata contagiosità del Covid-19, sulla necessità di contenerlo e contenersi per tutelare soprattutto le persone più deboli (anziani, cardiopatici, immunodepressi), ha fatto prevalere l’esigenza di abbandonare la Lombardia e precipitarsi anche al Sud, dove tra l’altro la maggioranza dei contagi è ‘arrivata’ dopo viaggi in Lombardia e dove la Sanità è ancora impreparata.

Solo in tarda serata è arrivata la firma del decreto, con Conte che parlava di un atto per il quale si assumeva la «responsabilità politica». Ed è vero, la scelta del Governo è forte, probabilmente necessaria anche se tardiva, peccato che chi ha dato in pasto questo pacchetto di misure prima che fosse definitivo e sottoscritto, e chi si è precipitato a prendere treni e bus, quella responsabilità l’ha chiaramente calpestata.

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domenica, 8 Marzo 2020 - 11:08
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