Soffiate sulle indagini a carico del clan Di Cosola, in carcere due carabinieri

Carabinieri

Avrebbero ricevuto denaro per pilotare, ritardare o rivelare particolari di indagini sul clan Di Cosola (attivo in provincia di Bari), fornendo in alcune occasioni copia di verbali dei collaboratori di giustizia. Per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d’ufficio i carabinieri, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia, hanno arrestato due carabinieri della stazione di Giovinazzo. In carcere, su ordinanza emessa dal gip di Bari Marco Galesi, sono finiti anche un commerciante e un affiliato al clan, accusati di associazione mafiosa.

Le indagini, coordinate dal pm Federico Perrone Capano, hanno accertato che i due carabinieri, entrambi appuntati, in più occasioni, avrebbero «ricevuto denaro e altre utilità per omettere o ritardare atti del proprio ufficio e per compiere atti contrari ai doveri di ufficio, al fine di agevolare taluni appartenenti all’articolazione locale del clan Di Cosola». A sua volta il pregiudicato coinvolto nell’inchiesta, per il tramite del commerciante, avrebbe indotto i due carabinieri a rivelare informazioni relative ad operazioni di polizia giudiziaria anche su indagini in corso, a fornire dettagli sui turni di servizio dei colleghi della stazione e sugli orari in cui sarebbero avvenuti i controlli nei confronti degli affiliati sottoposti a misure coercitive, nonché a consegnare, in tre distinte occasioni, documenti informatici e cartacei contenenti registrazioni e verbali di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia.

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giovedì, 18 Giugno 2020 - 13:58
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