Comune di Napoli, accuse e rinfacci dopo il salvataggio di de Magistris sul bilancio. Nonno e i renziani si difendono

Luigi de Magistris
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (foto Kontrolab)

Per chi succederà a Luigi de Magistris alla guida della città di Napoli la strada sarà tutta in salita. E non solo perché erediterà una città allo sbando. Le casse del Comune sono in rosso. Profondo rosso. Debiti per 4 miliardi di euro, recita l’ultimo bilancio. Quello (del 2019) approvato ieri, martedì 4 agosto, in una seduta di Consiglio comunale che ha scatenato il gioco delle accuse e dei rinfacci su chi ha ‘salvato’, ancora una volta, il sindaco ‘arancione’. Un sindaco arrivato ormai al capolinea e senza neppure una maggioranza qualificata. Per fare sì che la seduta di Consiglio fosse valida erano necessari almeno 21 consiglieri, ma la ‘squadra’ di de Magistris conta oggi solo 19 consiglieri.

L’aiuto è arrivato da alcuni esponenti dell’opposizione. Da Salvatore Guangi di Forza Italia, che ha tenuto aperta la partita e garantito in aula quel numero legale necessario ad andare avanti. Anche Marco Nonno, che è di Fratelli d’Italia, ha fatto la sua parte tanto da scatenare la rabbia dei militanti del partito. La Lega si è fiondata sull’accaduto e con un post mirato sulla pagina ‘Lega – Napoli’ ha puntato l’indice contro i due alleati accusandoli di essersi presentati «al capezzale del sindaco» e alludendo ad uno scambio di piaceri. «La caccia ai voti per salvarsi ha dato i suoi frutti», incalza il Carroccio. In aula anche Domenico Palmieri di Napoli popolare e candidato alle prossime regionali nella lista Caldoro presidente, e Anna Ulleto del Gruppo Misto.

Le polemiche su Nonno, in particolare, sono state così vibranti che il consigliere comunale è intervenuto con una nota per provare a spiegare le sue ragioni: «Nessuna stampella a De Magistris ed alla sua giunta disastrosa. In aula la maggioranza era già stata raggiunta a quota 22 consiglieri all’atto del mio ingresso. Il mio intervento in aula, tra l’altro, è stato chiarificatore in tal senso. Non ho mai sorretto questa maggioranza disastrosa per la città, facendo sempre opposizione senza sconti».

Da leggere la posizione di Manuela Mirra di Italia Viva che è rimasta in Aula, il che ha contribuito a mantenere il numero legale, mentre i suoi colleghi di partito Carmine Sgambati e Gabriele Mundo sono usciti. La presenza della Mirra ha innescato critiche verso i renziani che si sono dichiarati oppositori convinti di de Magistris. Le accuse di avere spalleggiato nei fatti il sindaco hanno spinto il coordinatore napoletano del partito, Graziella Pagano, a puntualizzare le ragioni della presenza di Manuela Mirra, che peraltro ha votato contro il rendiconto: «I consiglieri di IV non hanno partecipato all’appello iniziale ad esclusione della consigliera Mirra che in qualità di Presidente della bilancio per dovere istituzionale doveva svolgere la relazione, peraltro la sua presenza era ininfluente per il numero legale. IV poi dopo la dichiarazione dura e argomentata del capogruppo Sgambati non ha partecipato al voto e la Mirra ha votato contro risultando ancora una volta ininfluente per il numero legale. Si può contestare la linea politica ma non discettare sul nulla “Ha stato IV” rischia di diventare stucchevole!», ha spiegato in una nota su Facebook Graziella Pagano.

Il rendiconto alla fine è passato con 19 voti a favore (quelli della maggioranza di de Magistris) e 5 contrari. Tra i contrari, oltre alle opposizioni (ossia coloro che hanno mantenuto il numero legale), vi è stato anche il voto del consigliere di maggioranza Maria Caniglia, che certifica così l’imminente divorzio dalla truppa ‘arancione’.

Al momento del voto non erano presenti in aula gli esponenti dei Cinque Stelle, Pd, il gruppo ‘La Città’ e Lega. Da sottolineare, infine, il durissimo scontro tra il sindaco e il grillino Matteo Brambilla: il pentastellato ha contestato il documento contabile e il sindaco ha replicato con un intervento che ha ricalcato lo stile di quell’assai discutibile «(Brambilla è) inulla mischiato con il niente» per il quale de Magistris dovette poi scusarsi. «Brambilla – ha detto ieri de Magistris – ha evidenti limiti politici. Se andate in frega dovete sapere accettare i vostri limiti. Caro Brambilla, sei un uccello del malaugurio sul tuo scranno. Qui ci sono i parolai che si guardano allo specchio per gli applausi e si fanno pure una pernacchia». Il prossimo delicato appuntamento per de Magistris sarà in autunno, quando l’aula dovrà approvare il bilancio di previsione 2020. E non sarà una partita semplice.

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mercoledì, 5 Agosto 2020 - 18:00
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