Potere di ‘coprifuoco’ ai sindaci, Decaro e De Magistris: «E’ uno scaricabarile». E il Governo, forse, ci ripensa

antonio de caro
Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci

A pochi minuti dalla fine della conferenza stampa in cui Giuseppe Conte ha illustrato le nuove misure anti-Covid, il premier è stato investito dal fuoco di fila delle reazioni dei sindaci su uno dei punti della bozza del nuovo Dpcm relativa ai poteri dei primi cittadini di disporre la chiusura di piazze e strade a rischio assembramenti. Una reazione che ha costretto a quanto pare il Governo a fare marcia indietro cancellando dalla bozza del decreto proprio la parola ‘sindaci’ e lasciando un generico ‘può essere disposta la chiusura’.

Il provvedimento dell’esecutivo, ancora in via di stesura perché il Dpcm non è definitivo, prevedeva proprio all’articolo 1 la contestata delega ai sindaci che avrebbero dovuto, secondo le previsioni governative, stabilire un vero e proprio coprifuoco nelle zone delle loro città in cui più vivace è la movida. Una previsione che ha fatto storcere il naso da Nord a Sud, con il rappresentante dei primi cittadini d’Italia Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, a guidare la contestazione e a spingere di fatto il Governo a cambiare il testo e smussarlo, come ha annunciato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Nel testo finale del Dpcm, dunque, scomparirà la parola ‘sindaci’, e l’articolo 1 prevederà la formula ben più generica «delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico dopo le 21».

«La norma – ammette il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a Rainews24 – è stata smussata. Detto questo, se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci , i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima».

La principale accusa mossa al Governo riguarda lo ‘scaricabarile’ sui Municipi. Accusa mossa proprio da Decaro: «Non possiamo accendere il tv e trovare il presidente del consiglio che ci dice che dobbiamo mettere il coprifuoco – ha tuonato il presidente dell’Amci –  perché abbiamo fatto tre riunioni tra sabato e domenica e dobbiamo sentire questo. Abbiamo ricevuto una bozza, abbiamo scoperto che c’era questo tema dei sindaci e abbiamo detto che era inapplicabile, ci poi stato assicurato che non c’era. E abbiamo visto che non c’era poi nel Dpcm».

«Siamo abituati a prenderci tutte le responsabilità – ha aggiunto –  ho scritto al prefetto e ci devono dire chi dovrà far rispettare l’ordine pubblico. Non è previso nei decreti che la polizia locale si occupi del contrasto al Covid 19. Solo dopo il coordinamento del questore».

Nelle grandi città il problema sarebbe di non poco conto, del resto. Molto critico è infatti il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: «Noi sindaci siamo neri – ha dichiarato – Dopo 9 mesi di pandemia un premier che scarica la responsabilità su chi sta combattendo a mani nude l’ho visto come una resa. Una resa perché in Italia è lo Stato che controlla il territorio, altrimenti facciano come negli Usa, cedendo il comando del territorio e dando risorse economiche ai comuni. Non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile. I sindaci saranno lasciati di nuovo col cerino in mano. Lo Stato  sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica. Provo amarezza, sconforto e delusione».

E se Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha detto con prudenza che attende di leggere prima il testo definitivo del Dpcm, scontenti si sono già dichiarati altri suoi colleghi di grandi città come Leoluca Orlando (Palermo) e Dario Nardella (Firenze).

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lunedì, 19 Ottobre 2020 - 11:00
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