Crisi, Renzi alza il prezzo: via Bonafede, Gualtieri e Azzolina. Contratto di Governo per maggioranza e ‘responsabili’

Renzi Matteo

Sulla strada di Giuseppe Conte spunta (di nuovo) il contratto di programma. A proporlo è Matteo Renzi che, incontrando il presidente della Camera Roberto Fico alle prese con il mandato esplorativo affidatogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha messo sul tavolo l’ipotesi che prima di scegliere il nome del premier (ovvero di riconfermare Conte) si scriva e firmi un contratto tra gli alleati con i punti di un programma da rispettare. Si torna quindi a quel 3 aprile del 2018, ad urne elettorali appena chiuse, quando fu Luigi Di Maio – che allora guidava il partito più votato d’Italia – a proporre il contratto con la Lega o, in alternativa, col Pd senza Renzi. Le cose andarono come sappiamo: a mettere la firma sotto quell’accordo programmatico, per poi stracciarlo nell’agosto del 2019, fu Matteo Salvini.

Oggi è invece il leader di Italia Viva a proporre quella stessa strada nel primo giorno di consultazioni con Fico, trovando adesione proprio dal Movimento Cinque Stelle e senza ricevere no dal Pd. I partiti della maggioranza, Italia Viva compresa, entro martedì (domani, 2 febbraio), dovranno presentare i rispettivi punti programmatici in documenti scritti da consegnare a Fico. Dovranno farlo anche Europeisti, Maie, Centro Democratico, Autonomie, Psi e la senatrice De Petris di Leu per il Misto di Palazzo Madama che, nel secondo giorno di consultazioni, hanno aderito all’idea del programma e confermato che solo Giuseppe Conte può restare al vertice del Governo.

L’’impressione è che Renzi abbia sminato la bomba Mes e mostrato un certo ottimismo sul fatto che «nell’interesse degli italiani un punto di caduta» possa essere trovato. Un punto importante a favore del lavoro di Fico è che si sia iniziato a lavorare concretamente sul programma. Un programma che Renzi ha ben chiaro in mente. Renzi, come noto, punta al sì al Mes ma, come detto, sfuma la propria posizione affermando che «se il Movimento Cinque Stelle è contrario cercheremo di capire le ragioni». Il suo principale bersaglio è però il ministro Alfonso Bonafede, della cui riforma della prescrizione Renzi chiede una modifica. E’ chiaro che, se Renzi resta in maggioranza, ne esce Bonafede e Conte, stando alle ricostruzioni giornalistiche di questi giorni, sarebbe pronto a sacrificare il Guardasigilli con il rimpasto. L’ex sindaco di Firenze chiede poi una modifica ulteriore del Recovery Plan e che ci sia condivisione sulla governance dello stesso, cioè su chi coordinerà progetti e spesa e chiede, senza dirlo, di mandare via dalla maggioranza non solo Bonafede (M5s) ma anche Gualtieri, ministro Pd dell’Economia, Lucia Azzolina (M5s) ministro dell’Istruzione e di levare qualche incarico commissariale a Domenico Arcuri, che oggi è alla guida del commissariato per l’emergenza e di quello per la campagna vaccinale oltre a guidare Invitalia che, come noto, è entrata nell’ex Ilva di Taranto. Nel mirino di Renzi anche Pietro Benassi, altro personaggio vicino a Conte, appena promosso all’Intelligence. In pratica di fare fuori la squadra di fedelissimi di Conte.

Con queste premesse, sarà complicato di certo il tavolo di confronto che si svolgerà oggi tra Fico e i rappresentanti della maggioranza, compresi i ‘responsabili’. Un confronto sui punti programmatici ormai ineludibile.

lunedì, 1 Febbraio 2021 - 08:12
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