Carabiniere ucciso a Roma, l’imputato bendato in caserma: «I militari mi dicevano: hai i minuti contati»

Mario cerciello rega
Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ammazzato a coltellate a Roma il 26 luglio 2019

Non si limitarono a bendarlo, mentre lui era seduto, ammanettato, su una sedia in uno degli uffici dell’Arma dei carabinieri in stato di arresto. I carabinieri che lo tenevano in custodia gli avrebbero rivolto anche frasi ‘pressanti.

«Una volta portato in caserma mi hanno ammanettato e bendato. Mi dicevano ‘hai i minuti contati’. Dopo mezz’ora, un’ora, mi hanno tolto la benda e davanti a me c’era Varriale che mi chiese se lo riconoscevo»: Gabriel Natale Hjorth, uno dei due statunitensi arrestati e sotto processo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ha raccontato così in Tribunale cosa è accaduto nelle fasi del fermo avvenuto il 26 luglio del 2019.

«Ero in pessime condizioni, stanco, spaventato e mi sentivo svenire. Uno dei carabinieri – ha aggiunto davanti ai giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Roma – mi ha detto che se gli davo il pin per sbloccare il mio telefonino mi avrebbe tolto le manette. Poi mi hanno portato in un’altra stanza per l’interrogatorio».

Sulle fasi dell’arresto l’imputato ha aggiunto: «Abbiamo sentito dei rumori alla porta della camera dell’albergo. Io ed Elder (l’altro imputato, ndr) pensavamo potesse essere la cameriera, invece sono entrati diversi uomini, alcuni in divisa, con le pistole in mano ci hanno fatto spogliare, faccia a terra, ci hanno fatto alcune foto coi telefonini e ci hanno detto di andare con loro«. E ancora: «Mi hanno messo una tovaglia in testa e mi hanno caricato in auto. Siamo arrivati in caserma e mi hanno portato in un ufficio, mi hanno buttato a terra, ammanettato e qualcuno da dietro mi ha bendato. Erano in 4-5 sopra di me, mi trattavano come se stessi facendo resistenza».

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mercoledì, 3 Febbraio 2021 - 18:28
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