Il Tribunale di Napoli intitolato al giudice Criscuolo. Il ministro Cartabia: «Faro di un percorso da seguire»

Il Tribunale di Napoli intitolato al giudice Alessandro Criscuolo

«Con questa decisione lo avete reso eterno, non solo per me che vivo da 24 anni questo tribunale nel quale entro tutti i giorni e del quale conosco ogni angolo, ogni sussurro. Lo avete reso eterno per per tutte le future generazioni di avvocati, magistrati e operatori del diritto».

A Ilaria Criscuolo, avvocato penalista dall’oratoria fluente, mancano quasi le parole sul palco allestito dinanzi all’ingresso del Tribunale di Napoli. Da oggi il Palazzo di Giustizia al Centro direzionale è stato intitolato ad Alessandro Criscuolo, padre dell’avvocato Criscuolo e giurista di lungo corso, già presidente della Corte Costituzionale tra il 2014 e il 2016 di cui è stato giudice dal 2008.

Il giudice Alessandro Criscuolo, scomparso nel 2020, e la figlia, l’avvocato penalista Ilaria

«Mai avrei immaginato una cosa senza precedenti, una cosa immensa come quella che sta accadendo oggi. E’ una cosa che non si riesce commentare per la sua enormità. Grazie con tutta la riconoscenza possibile», ha aggiunto una commossa Ilaria Criscuolo.

Al suo fianco i capi degli uffici giudiziari partenopei che al giudice Criscuolo erano legati da particolare affetto e il ministro della Giustizia Marta Cartabia, che lo stesso Criscuolo volle vicepresidente ai tempi della Consulta.

«Il giudice Criscuolo aveva una dote rara: era un uomo che sapeva cedere il passo. Non solo non amava i protagonismi e la ribalta, volentieri cedeva il passo ad altri, con i suoi modi sempre eleganti, sempre raffinati, ispirati forse proprio da quella naturale nobile umiltà che lo caratterizzava – ha ricordato il ministro – Sandro Criscuolo fu eletto alla Corte Costituzionale dalla Corte di Cassazione ed è uno di quei rarissimi casi, non so se l’unico, di eletto al primo turno con un consenso unanime. Qual era il segreto della sua personalità? Sicuramente c’è l’insigne giurista della grande scuola napoletana, ma non meno decisive sono le virtù dell’uomo, capace di diventare un modello e un maestro».

Inevitabile il ricordo personale frutto delle comuni esperienze alla Consulta. «Ebbe nei miei confronti un gesto molto generoso – ha sottolineato il ministro nel corso della cerimonia all’aperto – quando mi volle alla Corte Costituzionale, una scelta quasi eversiva, anche perché io ero arrivata da poco e appartenevo a una generazione diversa, anche una formazione diversa, venivo dall’accademia, ma per me fu un vero privilegio. E mai mi fece sentire la distanza in alcun modo. Il rapporto con lui era facile e naturale, aveva un animo davvero mite, quante volte diceva ‘non mi piace comandare’. Quando presiedeva la Corte qualche comando lo doveva pur impartire, ma la sua era una autorità che si faceva ascoltare senza mai imporsi, con interventi sempre misurati ma sempre incisivi. Lo considero un modello, per tanti giudici, per tanti giovani che guarderanno questo nome come un faro di un percorso da seguire».

Commosso il ricordo di Luigi Riello, oggi procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, che è stato allievo di Criscuolo: «Era il magistrato per eccellenza, il giudice che sapeva ascoltare, e infatti lo ricordo in una posa particolare, pollice e indice sul volto nell’ascoltare in religioso silenzio e rispetto il suo interlocutore. In questo momento così delicato e lacerante, che magistrati e avvocati insieme all’unisono abbiano pensato di intitolargli il palazzo di Giustizia di Napoli trovando l’entusiastica adesione della ministra, fa pensare a un momento di ricostruzione, a una voglia di andare avanti. Ripartiamo da Alessandro Criscuolo – l’invito – dalla sua figura, dall’esempio che ha dato e che ha testimoniato ogni giorno nella sua vita da magistrato».

«Alessandro Criscuolo – ha osservato il presidente del tribunale Elisabetta Garzo – è stato soprattutto per noi giovani magistrati un faro perché era una persona di grandissimo spessore, umanità e preparazione. Ogni volta si chiedeva un consiglio a Sandro, era sempre disposto a darci una mano. Aveva una vivacità infinita e una saggezza grandissima. Negli anni in cui è stato presidente dell’Anm ne ho apprezzato la sua disponibilità in tutte le battaglie che la magistratura affrontava». Parla di «riconoscimento alla grande tradizione giuridica napoletana, e a un uomo che è stato uno dei più grandi esponenti di quella tradizione», il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

martedì, 25 Gennaio 2022 - 22:37
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