Inchiesta sulle mascherine, la Cassazione spazza via la condanna d’appello: Ieffi assolto, annullamento senza rinvio

L'imprenditore Antonello Ieffi
di Manuela Galletta

Una sentenza che boccia senza appello non soltanto le conclusioni della procura della Repubblica di Roma ma anche i giudici che, quelle conclusioni, le avevano sposate firmando dei verdetti di condanna.

Pochi giorni fa l’imprenditore Antonello Ieffi, accusato di turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta su un lotto di gara Consip da 15,8 milioni di euro per l’acquisto e la fornitura di 3 milioni di mascherine mai arrivate in Italia, è stato assolto in via definitiva. A difenderlo nel giudizio di legittimità l’avvocato Carlo Bonzano.

La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello con la quale, nell’aprile del 2021, si condannava Ieffi a due anni e mezzo di reclusione (conferma della pena di primo grado). Per dirla fuor di giuridichese, a parere degli ermellini l’innocenza di Ieffi è palese e non v’è bisogno di un nuovo processo d’appello per stabilirla. Caso chiuso, dunque.

Con grande soddisfazione di Ieffi che adesso può pensare ad una causa contro lo Stato per i danni patiti a causa dell’inchiesta. Ieffi, infatti, fu arrestato il 9 aprile del 2020 e finì in carcere. Un mese dopo fu sottoposto ai domiciliari. Sin da subito Ieffi professò la propria innocenza, fornendo alla procura le proprie spiegazioni ma gli inquirenti sono rimasti della propria idea. E così dapprima è arrivato il giudizio immediato e poi, nell’ottobre del 2020, la condanna a chiusura del processo di primo grado. A firmare il verdetto fu il giudice monocratico del Tribunale di Roma che stabilì per Ieffi due anni e mezzo per turbativa d’asta mentre lo mandò assolto dal reato di inadempimento di contratti nelle pubbliche forniture.

In sede di requisitoria il pm aveva chiesto 5 anni di reclusione, spiegando che l’indagine era nata in «un momento in cui l’Italia era a terra, in emergenza, c’erano le file fuori dalle farmacie per cercare le mascherine e sarebbe stato davvero importante riuscire ad averle in quel momento ma il vero scopo dell’operazione portata avanti da Ieffi era ottenere un anticipo di pagamento da Consip, che però da accordo non poteva essere chiesto».

Già all’epoca gli avvocati di Ieffi, Andrea Coletta e Ivano Chiesa, commentarono così l’assoluzione dal reato di inadempimento di contratti nelle pubbliche forniture: «Ieffi, dipinto come il truffatore che, in spregio delle esigenze dei cittadini, avrebbe fatto finta di avere le mascherine, facendosi dare i soldi dalla Consip, è stato assolto proprio da questa accusa, perché evidentemente le mascherine c’erano».

In piedi rimase solo la battaglia per la turbativa d’asta. Battaglia, che pochi giorni fa è stata vinta dalla difesa. Annullamento senza rinvio perché il fatto non sussiste è stata la formula di una sentenza che non viene pronunciata con facilità in Cassazione.

«Si tratta di una decisione rispetto alla quale esprimo ampia soddisfazione personale e professionale per avere la Suprema Corte integralmente accolto i motivi di ricorso proposti ed avendo peraltro il sottoscritto assunto solo da ultimo la difesa proprio nel giudizio di legittimità», ha commentato l’avvocato Carlo Bonzano.

lunedì, 28 Febbraio 2022 - 17:51
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