Napoli, piazza di spaccio nel carcere di Secondigliano: gestita da detenuti, accusati anche 4 agenti | 26 arresti, i nomi

Il carcere di Secondigliano
di Manuela Galletta

Il capo della procura di Napoli, Giovanni Melillo, aveva lanciato l’allarme nell’ottobre del 2019, intervenendo in Commissione parlamentare Antimafia: a Napoli ci sono carceri «assolutamente fuori controllo, vi dominano le organizzazioni mafiose».

E, oggi, a riscontro di quella denuncia che non fu certo casuale (l’audizione di Melillo fu secretata) è arrivata l’esecuzione di una misura cautelare a carico di 26 persone che getta luce su uno spaccato di infiltrazione malavitosa in un penitenziario partenopeo. Nella casa circondariale di Secondigliano c’era un giro di spaccio gestito da un gruppo di detenuti. Un’attività illecita resa possibile, è la tesi della procura, dalla connivenza di alcuni (pochi per fortuna) agenti della Polizia Penitenziaria, che in cambio di soldi, consentivano l’accesso di telefonini cellulari e di stupefacenti, o addirittura agevolavano la convivenza, nella stessa cella, di persone appartenenti allo stesso gruppo malavitoso.

I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria: 22 persone sono state interessate dalla misura del carcere, mentre altre 4 sono state sottoposte ai domiciliari. In calce vi sono le accuse, contestate a vario titolo, di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione per commettere atti contrari ai doveri d’ufficio.

SOLDI AGLI AGENTI CORROTTI: ECCO IL TARIFFARIO

Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare vi sono anche quattro gli agenti della Polizia Penitenziaria: per il 59enne Salvatore Mavilla, attualmente in pensione, è stato disposto il carcere; gli arresti domiciliari, invece, sono stati decisi per Mario Fabozzi (di 55 anni), Francesco Gigante, (di 58 anni) e Giuseppe Tucci (di 47 anni). Quanto ai malavitosi interessati dall’inchiesta, spiccano i nomi dei Vigilia, famiglia che opera nel quartiere napoletano di Soccavo; Salvatore Basile, scissionista del clan Puccinelli, operante nel rione Traiano a Napoli; Eugenio D’Atri, già condannato per il duplice omicidio di Francesco Tafuro e Domenico Liguori, due giovani perbene che aveva reclamato la restituzione di un prestito; Michele Elia.

DIECI PENTITI DIETRO L’INCHIESTA: CHI SONO

L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Luigi Landolfi e Simona Rossi, ha preso il via a seguito delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e si è poi arricchita di attività tecniche come le intercettazioni e i sequestri. Importante, ai fini dell’indagine, la collaborazione della Penitenziaria.

«Gli arresti degli agenti coinvolti costituiscono un brutto episodio che rischia di discreditare l’intero corpo di polizia penitenziaria: è necessario spazzare via le mele merce che ledono l’immagine di un corpo di polizia», hanno commentato Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale per la Campania dell’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp).

«La Polizia Penitenziaria – hanno aggiunto i due sindacalisti – crede fortemente nei valori democratici ed istituzionali: questi agenti hanno tradito lo Stato e la fiducia dei loro colleghi i quali, nonostante sotto organico (solo in Campania di ben 600 unità), con grande spirito di sacrificio riescono nel mantenere l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari. Il sindacato – hanno concluso – esprime grande fiducia dell’operato della Magistratura».

Sulla stessa linea Donato Capece, segretario generale del Sappe: «E’ inutile nascondere la grande amarezza che questo grave fatto ha determinato tra i colleghi di Secondigliano e della Campania. Ma il corpo è una istituzione sana. E’ del tutto evidente che rendersi responsabili di comportamenti che sono non solo contrari alla nostra etica professionale ma addirittura illegali perché violano le norme penali è assolutamente ingiustificabile, tanto più se a porli in essere è chi svolge la delicata professione di poliziotto penitenziario».

I DESTINATARI DELLA MISURA CAUTELARE:

  • AUTORE Antonio, classe 1993;
  • BASILE Salvatore, classe 1991;
  • CROCELLA Fabio, classe 1979
  • D’ANGELO Patrizia, classe 1976;
  • D’ATRI Eugenio, classe 1983;
  • ELIA Michele, classe 1987;
  • DI FUSCO Luisa, classe 1989;
  • FABOZZI Mario, classe 1967;
  • FABRICINO Eduardo, classe 1981;
  • GIGANTE Francesco, classe 1964;
  • MARASCO Angelo, classe 1983;
  • MAVILLA Salvatore, classe 1963;
  • MAZZIOTTI Giuseppe, classe 1987;
  • MOLINARO Marco, classe 1988;
  • MONACO Cristian, classe 1992;
  • NAPOLETANO Antonio, classe 1997;
  • NASTI Pasquale, classe 1982;
  • OTTAIANO Salvatore, classe 1978;
  • QUINDICI Ciro, classe 1977;
  • RICCIO Raffaele, classe 1972;
  • RUGGIERO Gennaro, classe 1969;
  • SCOTTI Salvatore, classe 1991;
  • TUCCI Giuseppe, classe 1975;
  • VALDA Raffaele, classe 1974;
  • VIGILIA Alfredo Junior, classe 1994;
  • VIGILIA Pasquale, classe 1988.

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lunedì, 21 Marzo 2022 - 11:58
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