Giustizia, la chiamata alle armi dell’Anm contro la riforma Cartabia: «Aderite allo sciopero». Dibattiti a Napoli e in Emilia

di Manuela Galletta

I dissidenti non mancano. Nell’universo della magistratura non tutti sono per lo sciopero contro la riforma Cartabia (ancora in discussione in Parlamento) sull’ordinamento giudiziario e sul sistema elettorale del Csm. Le motivazioni sono diverse: c’è chi ritiene sbagliata la forma della contestazione e teme ulteriori ricadute di immagine, e c’è chi invece non considera la riforma Cartabia ‘preoccupante’. Ma l’Associazione nazionale magistrati, a maggioranza, ha dettato la linea e non si torna indietro.

Lunedì 16 maggio sarà sciopero. E ieri, attraverso un comunicato pubblicato sul suo sito, la giunta dell’Anm ha ribadito le ragioni della protesta e ha rivolto un appello a tutti i magistrati ad aderirvi compatti («abbiamo un dovere di unità») «come gesto di solidarietà collettiva» e «atto di coraggio in nome degli ideali in cui crediamo». «Noi – argomenta l’Anm – siamo per lo sciopero perché questa riforma mette in discussione lo spirito del titolo IV della Costituzione»; perché si vuole «tutelare i più giovani colleghi che sono i primi destinatari di questa riforma sbagliata, il cui scopo, inconfessato, è arrivare a un lento degrado antropologico della figura del magistrato, solleticato nelle sue più recondite inclinazioni impiegatizie»; perché i cittadini «hanno il diritto di pretendere una giurisdizione di qualità, non schiacciata dalla logica aziendalistica dei numeri né intimidita da una ragnatela di direttive e illeciti disciplinari».

Quindi l’appello ai colleghi: «Nel rispetto delle sensibilità di ciascuno, dobbiamo testimoniare il ‘NO’ a questa riforma e abbiamo in questo, soprattutto oggi, un dovere di unità, dando orgogliosamente seguito alla volontà assembleare. Sì allo sciopero come gesto di solidarietà collettiva, come atto di coraggio in nome degli ideali in cui crediamo».

Solo la giornata di lunedì potrà chiarire quale sia la percentuale di contrari allo sciopero. Tra le certezze vi è però che la corrente di ‘Articolo 101’ è ‘spaccata’ sull’adesione. In un documento diramato ieri, i magistrati della lista hanno accusato l’Anm di non avere adeguatamente protestato contro la riforma Cartabia e di avere indetto «indetto una protesta tardiva, blanda e non adeguatamente pubblicizzata. Una protesta che sembra fatta apposta per tener buoni gli iscritti all’Anm, senza però disturbare troppo la classe politica nel corso dell’iter di approvazione. La cosa non stupisce, dal momento che tale riforma rafforza il correntismo ed accentua quella gerarchizzazione che del correntismo rappresenta per l’appunto la causa».

Proprio «in ragione di tale ambiguità – annunciano – alcuni di noi hanno ritenuto di non aderire allo sciopero, mentre altri vi parteciperanno. Sono infatti emersi da un lato l’esigenza di non avallare il collateralismo fra le correnti e la classe politica, che richiederebbe una netta presa di distanza da un deliberato frutto dei soliti accordi fra correnti, dall’altro quello di manifestare comunque anche all’esterno tale dissenso». «Tutti, però – concludono – abbiamo la consapevolezza della gravità del problema e della assoluta necessità di una ben più profonda ed incisiva azione sindacale di contrasto al progetto di legge, della quale l’associazione di categoria dovrebbe farsi portabandiera».

Alla richiesta della giunta nazionale dell’Anm di serrare le fila, hanno riposto le varie sezioni distrettuali del ‘parlamentino’ dei magistrati. In molti distretti saranno organizzate tavole rotonde con avvocati, docenti universitari e ovviamente magistrati per discutere della riforma. La Giunta sezionale dell’Emilia-Romagna, fra le numerose iniziative nei diversi circondari, ha convocato un’assemblea a Bologna, aperta a tutti, in occasione della quale si svolgeranno tre tavole rotonde su i temi oggetto della riforma: ‘Il conformismo giudiziario’, coordinata dal dottor Marco d’Orazi, alle 14.30, Tribunale Polo Penale, via D’Azeglio 56, Aula D6. ‘Il fascicolo delle performance’, coordinata dalla dottoressa Antonella Rimondini, sempre alle 14.30, nell’aula D2 del Tribunale di via D’Azeglio e infine ‘La separazione delle funzioni’, coordinata dal dottor Giuseppe Di Giorgio, in aula D1, al medesimo orario. «Oggi sta a noi sentirci impegnati. E auspichiamo uniti nonostante le idee diverse, nonostante le funzioni diverse, nonostante le generazioni diverse. Denunciare le storture di una riforma elettorale del Csm – scrive la giunta distrettuale Emilia-Romagna dell’Anm – che mina il pluralismo della rappresentanza e la natura punitiva (per metodo e, per molti aspetti, anche per merito) di una riforma dell’ordinamento giudiziario che rischia di compromettere le prerogative di indipendenza poste a presidio della giurisdizione, non rappresenta la difesa di privilegi personali o di categoria». La decisione unitaria della «forma estrema dall’astensione collettiva da tutte le udienze – aggiungono i magistrati – è stata determinata dalla ostinata sordità del legislatore al dialogo richiesto in questi mesi. Noi abbiamo responsabilità, molte. Ma questo non ci impedisce, anzi rende più gravoso il nostro dovere di testimoniare il dissenso».

Anche a Napoli sarà una giornata di tavole rotonde, che si terranno nella sala Arengario del Tribunale. Tre in particolare i temi che saranno affrontati. «La gerarchizzazione degli uffici giudiziari» vedrà gli interventi di Alessandra Maddalena (giudice del Tribunale di Napoli), Emilia Di Palma (giudice del Tribunale di Napoli), Attilio Belloni (avvocato del foro di Napoli), Alberto Lucarelli (professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università Federico II). Di «separazione delle funzioni” discuteranno Fabrizio Vanorio (pm a Napoli), Adriano Del Bene (giudice del Tribunale di Napoli), Marco Campora (presidente della Camera penale di Napoli), Sandro Staiano (professore ordinario di Diritto costituzionale, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza presso la Federico II). Infine parleranno di «conformismo giudiziario, fascicolo delle performance e carichi esigibili» Furio Cioffi (Consigliere della Corte d’Appello di Napoli), Barbara di Tonto (giudice del Tribunale di Napoli), Salvatore Impradice (avvocato del foro di Napoli), Enrico Ranieri (avvocato del foro di Nola, professore aggregato presso l’Università degli Studi di Salerno).

venerdì, 13 Maggio 2022 - 08:18
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