Politiche, Berlusconi all’attacco sulla Giustizia: «Assoluzioni non appellabili, stop persecuzione». E Salvini insegue

Il leader di Forza Italia Silvio (foto kontrolab)

Mentre il Partito democratico si è impantanato nelle sabbie mobili delle polemiche interne per via delle candidature decise da Enrico Letta e Co., il centrodestra inizia la sua campagna elettorale parlando di programmi. E subito Silvio Berlusconi picchia duro sul terreno della Giustizia, campo a lui caro, con Matteo Salvini che prova a stargli dietro e Maurizio Lupi che va a ruota.

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«Quando governeremo noi le sentenze di assoluzione di primo e di secondo grado non saranno assolutamente appellabili – ha detto Berlusconi  in un video diffuso sui social -. Un cittadino, una volta riconosciuto innocente, ha diritto di non essere perseguitato per sempre. Anche perché perseguitare gli innocenti significa, qualche volta, lasciare i veri colpevoli in libertà». Concetto poi ribadito dal deputato di Forza Italia e sottosegretario alla giustizia, Francesco Paolo Sisto a Tgcom24: «L’impostazione del nostro programma sulla giustizia è commisurata alle esigenze del cittadino, affinché il sistema non sia una macchina da guerra per schiacciare diritti, garanzie, carriere e famiglie, ma garantisca che nessun innocente possa essere condannato».

Con questa mossa Forza Italia torna a strizzare l’occhio ai penalisti («Siamo inoltre davvero contenti che l’avvocatura, con le Camere penali, condivida pienamente la nostra battaglia», ha detto Sisto) e ovviamente riaccende lo scontro dei vecchi tempi con la magistratura. «Non bisogna identificare in ogni assoluzione – ha spiegato all’AGI il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia – la ‘prova’ che quel processo non andasse fatto. E’ un modo distorto, perché i processi si fanno per accertare la verità: che una parte dei procedimenti istruiti finisca con l’assoluzione e’ fisiologico». Santalucia ha ricordato che «l’inappellabilità da parte del pubblico ministero delle sentenze di assoluzione in primo grado nel 2006 era stata introdotta dalla cosiddetta legge Pecorella e la Corte Costituzionale l’ha ritenuta impraticabile e incostituzionale». La Consulta aveva bocciato la legge Pecorella ritenendola costituzionalmente illegittima, perché in contrasto con il principio del giusto processo, art. 111 della Costituzione, nella parte in cui vieta al pubblico ministero di appellare le sentenze di proscioglimento. 

Alza la posta Matteo Salvini, che intervenendo al Caffé de la Versiliana a Marina di Pietrasanta ha commentato: «Senza una profonda, condivisa, e radicale riforma della Giustizia l’Italia non sarà mai un paese moderno». Il leader della Lega ha poi riproposto l’idea di annunciare i nomi dei possibili ministeri dei dicasteri più importanti prima dell’apertura delle urne: «Io continuo a proporre al centrodestra che due-tre figure fondamentali, che sono il ministro dell’Economia, il ministro degli Esteri, e il ministro della Giustizia, sarebbe positivo presentarle agli italiani prima del voto. I nomi usciti sui giornali? Affidabili come i possibili sostituti di Kessie al Milan: stiamo ancora aspettando…».

Infine Lupi di ‘Noi con l’Italia’ per non essere tagliato fuori dalla discussione innescata da Berlusconi ha ricordato anche oggi i punti del ‘suo’ programma della Giustizia elaborato con l’avvocato calabrese Talerico. 

mercoledì, 17 Agosto 2022 - 23:17
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