La mappa della camorra a Napoli Centro: quali clan comandano tra Decumani e vicoli nel cuore antico della città

di Gianmaria Roberti

Nell’area centrale di Napoli «il cartello criminale Mazzarella ha riacquistato il controllo del mercato della droga e delle attività estorsive».

A indicarlo è l’ultima relazione della Dia, relativa al secondo semestre 2021. I Mazzarella – uno dei due grandi cartelli di camorra, con l’Alleanza di Secondigliano, a controllare gli affari illeciti di città e provincia – sarebbero egemoni «in particolare nella zona della Maddalena prospiciente al rione Forcella, nel quartiere Mercato, nell’area dei Decumani e attraverso i gruppi Papi-Iafulli e Buonerba in quelle di Porta Capuana e Porta Nolana».

L’influenza dei Mazzarella «si è estesa alle zone sia del Pallonetto di Santa Lucia dopo gli arresti che hanno affievolito il clan Elia, sia delle Case Nuove dove opera anche il gruppo Caldarelli».

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L’area di San Lorenzo – Forcella «risulta suddivisa tra i Mazzarella e gli esponenti ancora liberi del clan Giuliano i cc.dd. “Nuovi Giuliano” alleati al gruppo dei Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli il cui tentativo di riorganizzarsi sarebbe stato peraltro vanificato dall’arresto il 16 maggio 2021 del boss poi divenuto collaboratore di giustizia».

Il clan Mazzarella «si conferma poi in posizione preminente nel rione Luzzatti storico feudo del sodalizio, nell’area tra via Mezzocannone (zona Università), Santa Chiara e Piazza Bovio dove sono presenti l’alleato gruppo Trongone e l’antagonista clan Prinno, nonché nel rione Sanità seppure accanto a frange di elementi criminali rimasti fedeli ai sodalizi Sequino e Savarese storicamente presenti in quel territorio». La restante «area centrale della città – spiegano gli analisti dell’antimafia – è sottoposta alla supremazia dell’Alleanza di Secondigliano. In particolare risultano sotto il controllo del clan Contini (con i clan Licciardi e Mallardo componenti del cartello criminale, ndr) i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, borgo Sant’Antonio Abate e zone limitrofe fino ai quartieri popolari ricadenti nella giurisdizione di Poggioreale quali il Rione S. Alfonso, la via Stadera e la zona di Secondigliano».

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Numerose vicende giudiziarie «hanno inciso sulla struttura interna del clan Contini e – osserva la relazione della Dia – documentato anche grazie alle più recenti propalazioni dei collaboratori di giustizia un’organizzazione policentrica composta da sottostrutture (gruppo del “Vasto-Arenaccia”, gruppo del “Borgo S. Antonio Abate”, gruppo del “Rione Amicizia”, gruppo di “San Giovanniello””, gruppo della “Stadera-Poggioreale”) con specifiche competenze territoriali riferite a uno o più reggenti sulla base di direttive provenienti dai vertici “centrali”». A capo dell’organizzazione «restano gli storici boss Bosti-Contini legati tra loro anche da rapporti di parentela per aver sposato due sorelle, mentre la terza è coniuge del capoclan Mallardo. I citati boss sono ritenuti capi indiscussi del cartello nonostante siano da tempo detenuti a regime penitenziario differenziato».

Da un procedimento in corso – a carico della figlia e del genero del boss Patrizio Bosti, per i quali al Riesame è caduta l’aggravante mafiosa – gli inquirenti ipotizzano strategie finanziarie all’estero. «L’indagata che è ritenuta insieme al marito “longa manus del capoclan, proprio per la gestione degli affari … economici del clan” – sostiene la Dia – avrebbe intessuto a Dubai una fitta rete di relazioni propedeutiche a attività di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio dei proventi delle attività criminali del clan Contini. Ciò a dimostrazione di come la sopravvivenza e la forza economica del sodalizio siano fondate oltre che sul controllo “militare” del territorio anche sulla capacità di diversificare i settori di interesse con attività criminali che vanno da estorsioni e truffe ai danni degli anziani, al riciclaggio dei profitti illeciti in attività commerciali ed imprenditoriali anche fuori Regione in particolare in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna. Inoltre alla stregua di una vera e propria holding l’investimento del patrimonio illecitamente accumulato in svariate attività legali ha consentito la crescita imprenditoriale del gruppo criminale con conseguente creazione di posti di lavoro e massimizzazione di un consenso sociale che rappresenta comunque importante per la sopravvivenza del clan».

Viceversa, «nei vicoli dei Quartieri Spagnoli si è assistito ai decisivi interventi delle Forze di Polizia finalizzati ad arginare i violenti atti intimidatori posti in essere dai sodalizi che dopo la quasi totale implosione dei clan storici Di Biase, Mariano e Terracciano si contendono il territorio ai fini delle estorsioni e dello spaccio della droga. In particolare a conclusione delle indagini sugli agguati compiuti il 31 marzo e il 16 giugno 2021 nei quali sono rimasti feriti uno scultore e un operaio totalmente estranei ai contesti criminali il 7 agosto 2021 la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di 5 soggetti ritenuti responsabili di plurimo tentato omicidio inquadrabile nell’ambito del conflitto tra i gruppi Farelli/Valentinelli e i Verrano tutti dei quartieri Spagnoli». Infine, «i clan Lepre e Montescuro confermano rispettivamente la propria influenza nel quartiere del cd. Cavone di Piazza Dante e nella zona del Porto di Napoli».

venerdì, 7 Ottobre 2022 - 07:30
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