Abuso d’ufficio e candidature di sindaci condannati in primo grado, Nordio vuole modificare le leggi. Grillini sulle barricate

Carlo Nordio
Carlo Nordio

Rimettere mano al codice penale per incidere sulla norma dell’abuso d’ufficio che non piace a nessuno e neppure viene difesa dalla magistratura ma anche per apportare qualche modifica alla legge Severino nell’ottica di andare incontro ai sindaci.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio tende la mano ai primi cittadini nel corso del colloquio, durato circa un’ora, con una delegazione di primi cittadini ricevuti al dicastero di via Arenula. Presente anche il viceministro Francesco Paolo Sisto. I sindaci hanno messo sul tavolo delle richieste, sottolineando l’esistenza di criticità sia nella norma dell’abuso d’ufficio sia per quanto riguarda le limitazioni a candidarsi in caso di condanna in primo grado. E Nordio da parte sua ha garantito che il ministero da lui diretto e il Governo compieranno le dovute verifiche per capire come modificare le norme sulla responsabilità penale e civile dei sindaci, ma anche la legge anticorruzione, nella parte in cui prevede la sospensione per 18 mesi degli amministratori condannati in primo grado.

«L’incontro è andato bene. C’è disponibilità a rivedere alcune norme per evitare che i sindaci possano essere ritenuti responsabili di qualsiasi cosa accada all’interno del Comune – ha detto il presidente dell’Anci Antonio Decaro, lasciando il ministero -. Non esiste il reato di ruolo. Non abbiamo chiesto né l’immunità né l’impunità, chiediamo regole chiare da rispettare».

Ed è sempre Decaro a riferire come si procederà: «Ci sono più norme che interessano la responsabilità dei sindaci, il governo vuole affrontare un percorso nei prossimi giorni, con il consenso del Parlamento». Inoltre i sindaci hanno chiesto di affrontare la questione della sospensione per i condannati non definitivi: «Su questo è d’accordo anche la Severino, che da ministro fece la norma. E dal ministro Nordio c’è disponibilità a fare delle verifiche». A fronte dell’esigenza di più garanzie da parte dei sindaci, fonti del ministero confermano che con questo incontro si è avviato “un percorso”.

Si potrebbe, dunque, arrivare alla quinta riforma nel giro di 30 anni sull’abuso d’ufficio, previsto dal codice penale di epoca fascista e che ha subìto negli anni sorti alterne. L’articolo 323 punisce il pubblico ufficiale che per violazione o omissione si procura un “vantaggio patrimoniale” o “arreca ad altri un danno ingiusto”.

La rivisitazione della legge dell’abuso d’ufficio trova d’accordo quasi tutti i partiti, ad eccezione del Movimento 5Stelle. «Ricordiamo che questo reato è stato già meglio specificato e circoscritto nel 2020, non serve alcun nuovo intervento. Si parla ancora di ‘paura della firma’ per atti assolutamente privi di margini di discrezionalità? Impegniamoci allora come legislatori a scrivere leggi chiare e lineari: questo semmai è l’unico antidoto alla ‘paura della firma’. Il Movimento 5 Stelle non è disponibile ad intraprendere altre strade che indeboliscano la difesa della legalità, specie in un momento in cui bisogna spendere bene e in piena trasparenza le ingenti risorse del PNRR», hanno commentato le capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera e al Senato Valentina D’Orso e Ada Lopreiato. Chiusura dei grillini anche rispetto a un eventuale intervento sulla Severino nella parte della candidatura per chi ha subito una condanna in primo grado: «Quanto alla legge Severino, introdotta per liberare le istituzioni da persone condannate, bisogna farla funzionare e nel caso migliorarla, non depotenziarla», hanno aggiunto D’Orso e Lopreiato.

I pentastellati, tuttavia, sono destinati a restare una voce fuori dal coro. Ieri il Partito democratico ha messo sul tavolo due proposte di legge, una sulla modifica della legge Severino, l’altra sulla responsabilità politica, amministrativa ed erariale dei sindaci per i reati omissivi impropri, «di cui rispondono i sindaci come figura di garanzia». Più che nota la posizione del centrodestra e in particolare di Forza Italia che, tramite i capigruppo Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, rivendica che «queste sono storiche battaglie di Forza Italia». «Finalmente – sottolineavano Ronzulli e Cattaneo – con questo governo possono vedere la luce e possono mettere ogni sindaco e amministratore pubblico nelle condizioni di poter lavorare liberamente».

sabato, 3 Dicembre 2022 - 15:46
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