Appalti alle coop a Salerno, inchiesta chiusa: 20 a rischio a processo, tra le accuse turbativa d’asta e associazione

di Gianmaria Roberti

Inchiesta sui presunti appalti truccati al Comune di Salerno, sono venti gli avvisi di conclusione indagini, nel filone relativo ai rappresentanti legali delle cooperative. L’atto – firmato dai pm Elena Cosentino e Guglielmo Valenti della procura di Salerno – è stato notificato anche a Luca Caselli, ex dirigente del settore Ambiente al Comune di Salerno. Avvisi anche per Fiorenzo Zoccola (detto Vittorio), considerato il “ras delle cooperative” di Salerno; Davide Francese, Dario Renato Citro, Vincenzo Landi, Davide Minelli, Maria Grazia Mosca, Patrizio Stompanato, Lucia Giorgio, Mauro Meo, Daniele Gargiulo, Pasquale Soglia, Giuseppe Romeo, Rosaria Sbozza, Luciano Nautili, Giuseppe Trezza, Honeylet Zoccola, Giovanna Catanzaro, Pio Zoccola, Emanuele Zoccola, Gianluca Izzo.

Leggi anche / Inchiesta sulle coop di Salerno, indagato il governatore della Campania De Luca

Nell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Salerno”, esplosa nell’ottobre 2021, risultavano indagati – ma non sono destinatari dell’avviso di conclusione indagini – il governatore campano Vincenzo De Luca e il sindaco di Salerno, Enzo Napoli. Per loro, e altri otto indagati, restano da capire le prossime mosse della Procura. In questo segmento chiuso del procedimento, invece, si ipotizza l’associazione a delinquere per Fiorenzo Zoccola, Davide Minelli, Lucia Giorgio, Pio Zoccola, Davide Francese, Dario Renato Citro, Vincenzo Landi, Maria Grazia Mosca, Patrizio Stompanato e Gianluca Izzo. Gli indagati si sarebbero associati tra loro «allo scopo – recita l’avviso di conclusione indagini – di commettere una seria indeterminata di delitti contro la P.A. e in particolare di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente nonché di corruzione per l’esercizio delle funzioni e di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, attraverso una collaudata e stabile organizzazione interna e una precisa ripartizione di ruoli».

Secondo gli inquirenti, «Zoccola Fiorenzo, quale capo ed organizzatore, sovraintendeva e coordinava tutte le attività dell’associazione, impartiva direttive agli altri partecipi, definendone compiti e modalità operative, manteneva i rapporti con esponenti politici e con i funzionari del Comune di Salerno influenzando gli organi politici e amministrativi competenti per il buon esito delle procedure di affidamento degli appalti». Viceversa, «Francese Davide, Izzo Gianluca, Citro Dario Renato, Landi Vincenzo, Minelli Davide, Mosca Maria Grazia, Stompanato Patrizio, Giorgio Lucia, quali partecipi, concordavano, agendo con consapevole adesione al programma criminoso, le condotte da tenere in relazione alle procedure di affidamento dei servizi del Comune di Salerno, onde garantire al sodalizio un regime di sostanziale monopolio nel medesimo settore; partecipavano, allo scopo di rappresentare le coese esigenze dell’associazione, agli incontri con uomini politici e pubblici funzionari; partecipavano alle riunioni operative del gruppo volte a realizzare gli obiettivi di illecita aggiudicazione degli appalti di pubblici servizi».

Per Caselli si ipotizza la turbata libertà degli incanti, in sei diversi episodi, in concorso con altri indagati. Al centro delle indagini ci sono le gare per l’affidamento annuale dei servizi di manutenzione ordinaria del patrimonio cittadino. Nel termine di 20 giorni dalla notifica, i destinatari possono produrre memorie, documenti, investigazioni difensive e chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio. Anche per questo filone, la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio degli indagati – e di quali di loro – o l’archiviazione. Già a processo, accusati di corruzione politica, sono Fiorenzo Zoccola e il consigliere regionale Nino Savastano, ex assessore comunale alle Politiche sociali.

mercoledì, 25 Gennaio 2023 - 22:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA