Camorra, i D’Amico aprono distributore di benzina a Fuorigrotta. Il gip: «Usato il denaro del clan». Sigilli alla società

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di Gianmaria Roberti

C’è un distributore di carburanti, tra i beni sequestrati nel blitz contro il clan Mazzarella, in cui i carabinieri di Napoli hanno eseguito 24 misure cautelari. La pompa di benzina è la Red Fuel di via Cinthia a Fuorigrotta. La Dda di Napoli ritiene sia un mezzo per riciclare i soldi sporchi della cosca. Un’accusa condivisa dal gip Ambra Cerabona del tribunale partenopeo.

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«E’ indubbio – scrive il giudice nell’ordinanza di misura cautelare – che la società Red Fuel, costituita da Salvatore D’Amico ( classe 1998) con danaro proveniente dello zio e proveniente dal clan (e per tale motivo sostanzialmente gestita da D’Amico Umberto, figlio di Salvatore detto o’pirata) – scrive il gip -, rappresenti il profitto del reato di autoriciclaggio».

Dalle intercettazioni telefoniche disposte sull’utenza in uso al ras Umberto D’Amico, emerge che quest’ultimo ordinerebbe al suo fornitore «i carichi di benzina e di gasolio da farsi scaricare – si legge nel provvedimento -; impartisce disposizioni agli operai; organizza e controlla lo stato di avanzamento dei lavori di ristrutturazione dell’impianto». In sintesi, «dall’insieme delle telefonate acquisite, emerge chiaramente come D’Amico Umberto sia il reale “dominus” della società».

Le successive indagini patrimoniali avrebbero «consentito di accertare che sia Salvatore D’Amico ( classe 1998) che i suoi stretti congiunti, così come Umberto D’Amico (classe 1996) e i suoi stretti congiunti, non avessero disponibilità patrimoniali sufficienti alla acquisizione della Red Fuel. E allora, come già detto, le dichiarazioni rese da D’Amico Umberto hanno trovato oggettivo preciso riscontro nei dati documentali acquisiti».

La circostanza, evidenzierebbe «il crescente interesse da parte del Clan Mazzarella – sottolinea la nota del comando provinciale Carabinieri – nel settore del commercio e della distribuzione degli idrocarburi», riscontrato anche «dalle pretese estorsive avanzate nei confronti di un imprenditore del settore». Al distributore di Fuorigrotta non sono stati apposti sigilli: il sequestro riguarda il ramo d’azienda, mentre l’attività prosegue in amministrazione giudiziaria.

lunedì, 6 Febbraio 2023 - 16:39
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