Camorra, il ras: «Noi D’Amico e Mazzarella è una famiglia». E scattano 24 arresti

di maga

Nuove accuse per i Mazzarella-D’Amico. Forti delle dichiarazioni del ras pentito Umberto D’Amico, i magistrati della Dda Napoli fermano sulla carta pezzi della più recente storia criminale del gruppo criminale che da San Giovanni a Teduccio, quartiere alla periferia est di Napoli, ha messo da tempo radici a San Giorgio a Cremano e si è affacciata nel vicino comune di Portici.

Questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 24 persone: il carcere è stato disposto per 21 indagati, molti dei quali già detenuti per altro; i domiciliari sono stati stabiliti per tre indagati.

A vario titolo sono contestati i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish), violazione alla normativa sulle armi e sugli esplosivi, estorsione e impiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche. Sono accuse che abbracciano l’operatività del clan tra il febbraio del 2018 e il gennaio del 2020, e che raccontano anche della tensione tra i D’Amico e i Silenzio, famiglia che era ramo dei Formicola.

Proprio questa tensione sfociò in uno degli episodi oggi ricostruiti dall’inchiesta e divenuto oggetto di contestazione: il 29 agosto del 2018 furono lanciati 9 ordigni esplosivi in via Alveo Artificiale, a san Giovanni a Teduccio, tra i civici 86 e 93; le esplosioni danneggiarono quattro auto e altrettanti ciclomotori. Per quel raid è oggi indagato Umberto D’Amico, classe 1990, parente e omonimo del ras pentito: secondo la Dda con quel raid i D’Amico volevano rafforzare il loro predominio nei confronti dei Silenzio che avevano la loro roccaforte proprio nel complesso di edilizia popolare in via Alveo Artificiale, il cosiddetto Bronx.

Altro episodio significativo emerso dalle indagini è l’investimento di denaro per l’acquisizione di un’attività di distribuzione di carburanti in via Chintia, nell’area di Fuorigrotta, nei pressi dello stadio Maradona: la società che gestisce l’impianto, la Red Fuel, è stata posta sotto sequestro e affidata a un amministratore giudiziario, l’impianto è regolarmente in funzione. Sullo sfondo l’intramontabile attività di spaccio di sostanze stupefacenti, business che consente il sostentamento degli affiliati. «Le settimane dei carcerati escono da sopra le piazze», racconta Umberto D’Amico ‘o lione.

Agli atti dell’inchiesta anche le intercettazioni, molte delle quali eloquenti. Emblematica per descrivere il rapporto esistente tra i Mazzarella e i D’Amico, la frase pronunciata da Umberto Luongo durante un incontro tra sodali del 30 aprile 2019: «Noi D’Amico e Mazzarella è una famiglia».

Ordinanza di custodia cautelare in carcere:
Ariosto Pasquale
Autiero Salvatore
Borrelli Giovanni
Catino Antonio
D’Amico Salvatore (classe 1998)
D’Amico Salvatore (classe 1973)
D’Amico Gabriele Salvatore
D’Amico Umberto (classe 1998)
Improta Gennaro
Improta Giovanni
Luongo Umberto
Mozzarella Ciro
Musella Giovanni
Nocerino Alessandro
Nocerino Pasquale (nato il 2/3/1974)
Nocerino Pasquale (nato il 4/4/1974)
Salomone Giovanni
Tabasco Francesco
Urio Giovanni
Urio Pasquale
Urio Giacomo

Ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari:
Urio Maria
Dentice Anna
Monaco Mariano

lunedì, 6 Febbraio 2023 - 15:13
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