Il nuovo corso del Pd, Conte (LeU): «Stop ai potentati regionali e locali del Sud»

L'avvocato Federico Conte

Il nome di Vincenzo De Luca non viene pronunciato, ma il riferimento allo ‘sceriffo’ nelle parole dell’ex onorevole Federico Conte lo si coglie facilmente. Anche perché l’ex deputato di Liberi e Uguali, oggi presidente dell’associazione Cittadino Sudd, non ha mai lesinato critiche a De Luca e al ‘deluchismo’.

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«L’elezione di Elly Schlein rappresenta un fatto nuovo per il Pd e per la politica italiana tutta», esordisce. Quindi richiama Schlein, nuovo segretario nazionale del Pd, su alcune urgenze, a suo dire, all’interno del partito. «Davanti a sé a una sfida vera», che va affidata «a una classe dirigente rinnovata sul merito e sul consenso e non sulla logica delle appartenenze alle correnti nazionali o dei potentati regionali e locali, che hanno soffocato la dialettica politica del centro-sinistra e allontanato le energie migliori, soprattutto al Sud». «Si troverà presto a un bivio, tra la rendita immediata di un posizionamento radicale, ricco di immagini e comunicazione, tutto centralista, e la fatica di costruire una nuova leva di dirigenti radicati nel territorio, su una proposta alta e profonda di riforma delle istituzioni e della società. L’occasione se l’è guadagnata a pieno merito, ora serve l’impresa. Per intanto auguri di buon lavoro», conclude Conte.

Tra i potentati regionali e locali cui Conte fa riferimento non si fa fatica a cogliere un’allusione a De Luca. In un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ sulla decisione di non candidarsi alle Politiche, Conte ha così parlato del sistema De Luca: «I danni che il “deluchismo” ha procurato e sta procurando non rilevano solo in termini elettorali, che pure sono significativi, ma soprattutto per gli effetti sull’opinione pubblica e sull’immagine del partito che si proietta sul Paese da tempo. Un sistema di potere che nega la dialettica democratica, offende le coscienze libere e incide anche sulle nuove generazioni, impedendo che si formi una nuova classe dirigente. Il “deluchismo” non promuove politica ma populismo demagogico, che, essendo fine a sé stesso, nuoce alla politica e soprattutto alle ragioni fondanti del Pd, tutt’ora valide».

Conte ha rifiutato di candidarsi benché il Pd gli avesse proposto un posto al numero due del listo proporzionale del Senato nella circoscrizione Campania 2. La decisione è stata presa perché Conte non ha digerito l’accordo tra Letta e De Luca sulle candidature in Campania: qui sono stati piazzati molti big paracadutati (come Franceschini, Susanna Camusso), in cambio De Luca ha ottenuto alcuni posti garantiti come per il figlio Piero.

lunedì, 27 Febbraio 2023 - 18:18
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