Scontri a Napoli, prefetto e questore si difendono: «Evitato il contatto tra tifosi italiani e tedeschi, i contusi solo agenti»

di Gianmaria Roberti

La parola d’ordine: riduzione del danno. A chi ritiene intollerabili le devastazioni ultrà, nel centro storico di Napoli, o una città ostaggio dei tifosi per un giorno, risponde serafico il prefetto Claudio Palomba. «La tutela delle persone è il primario interesse di chi gestisce l’ordine pubblico – premette -, non dico che non ci siano stati incidenti, ma dico e riaffermo con forza che si è evitato, grazie alle forze dell’ordine, qualsiasi momento di contatto tra le due tifoserie. Per 48 ore le forze dell’ordine non hanno determinato alcun contatto tra le due tifoserie». E pazienza se qualcuno s’è fatto male, ma «i contusi sono solo tra le Forze dell’ordine». E loro, par di capire, lo mettono in conto. Il briefing in prefettura arriva in una giornata diversa dalle altre, a 24 dalla città messa a ferro e fuoco, prima della partita Napoli-Eintracht Francoforte.

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Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato d’urgenza dopo i fatti di ieri, attira anche salaci commenti: farlo dopo gli scontri, invece di prima, a qualcuno pare surreale. Ma le informazioni vanno date, e le risposte ai tanti interrogativi pure. O almeno provarci. «Nessuno sta minimizzando quanto accaduto ieri – dice Palomba – ma sono stati circoscritti nel numero. Il problema è di carattere generale perché non si può vietare a normali cittadini di entrare in città. Sarà necessario pensare ad altre misure, a livello nazionale e internazionale, da prendere in questi casi». Il prefetto tenta di uscire dall’angolo. Le immagini dello scempio hanno fatto il giro del mondo. E tra odi e alleanze tribali, il network internazionale delle guerre ultrà, la questione forse è troppo grande, per risolversi con le forze di una sola città. Ma in Italia, si sa, lo scaricabarile è prassi regolare. E nella ricostruzione della vicenda, il prefetto non vuol passare come capro espiatorio. «Ci tengo a precisare che dal 14 febbraio, tramite il Napoli . ricorda – era bloccata la vendita dei biglietti ai tedeschi. I pacchetti turistici erano già stati diffusi a novembre quindi non c’è stata alcuna vendita di biglietti. I tifosi dell’Eintracht sono giunti da varie zone d’Italia con dei van, sono arrivati anche a Salerno senza biglietto».

Suscita perplessità, la libertà di sfilare in corteo – non autorizzato – concessa agli ultrà tedeschi, tra i quali s’erano infiltrati supporter dell’Atalanta. «Le forze dell’ordine non sono intervenute – spiega il prefetto – perché erano persone che camminavano verso la città senza alcun corpo contundente. Si è deciso di seguirli e controllarli per consentire un maggior controllo. Se fossero stati divisi sarebbe stato più difficile un controllo capillare». Appunto: la riduzione del danno, il male minore. «Sotto certi profili – aggiunge – l’accompagnamento è avvenuto per scelta, per farli confluire su Piazza del Gesù». E proprio lì, in uno dei siti più famosi della città, si è scatenata la guerriglia. «Ma non era pensabile – sottolinea Palomba – che tenessimo chiusi in un albergo tutti. Li abbiamo fatti assistere alla partita all’interno dell’albergo, certo non potevamo sequestrarli». All’hotel Royal, sul Lungomare, gli ultrà sono arrivati prenotando a novembre. «Se confinavamo questi 350 da qualche altra parte – obietta Palomba-, a prescindere dal fatto che avevano prenotato l’albergo come normali cittadini, immaginate cosa sarebbe successo? Sono stati circoscritti. Ribadisco che hanno comprato un pacchetto da cittadini tedeschi».

Lo status comunitario, per di più di tedeschi, è stato facile scudo per i violenti. «La politica italiana – accusa il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis – della violenza nel calcio se n’è sempre lavata le mani. C’è stata un’unica premier a fare qualcosa, è stata una donna inglese (Margaret Thatcher, ndr) -, e mi aspetto che la Meloni faccia lo stesso. Lo dico da tanto tempo: prendete la legge inglese e applicatela in Italia». E dopo l’invocazione del metodo inglese, ovvero la tolleranza zero, il patron azzurro lancia un altro affondo. «Vi chiederei – esorta – di soffermarvi sul chiedere davvero all’elegantissima signora Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, di interessarsi del calcio. Non se ne può fare a meno che un organismo così importante ignori il calcio e lo lasci nelle mani di chi gode di una posizione dominante senza precedenti».

Il sindaco Manfredi, dal canto suo, ribadisce quanto afferma a caldo: «Quello che è successo ieri è inaccettabile per la città». Si tocca il tema dei danni. Costerà 20.000 euro riparare i cinque autobus Anm colpiti «Faremo presenti alle sedi competenti – sottolinea Manfredi – di avere un ristoro dei danni così come i commercianti». Sul fatto che a pagare sia anche il governo tedesco, però frena il prefetto «(è presto per dirlo»).

A difendere le forze dell’ordine è pure il questore Aleassandro Giuliano. «In questi due giorni – afferma – ci sono stati momenti di criticità sin dall’arrivo alla stazione di Napoli dei tifosi tedeschi, con il loro trasferimento poi all’albergo su cui avevano prenotato pacchetti turistici. Abbiamo lavorato bene. La nostra intenzione era tenere separate le tifoserie e questo risultato è stato conseguito anche in momenti di maggiore criticità. Abbiamo poi fatto arresti sia in flagranza che in flagranza differita su diversi reati. Ricordo anche che nel trasferimento dei tifosi tedeschi all’albergo ci sono stati atti ostili con lanci di oggetti contro i bus». Per l’ordine pubblico il lavoro non è terminato neppure a partita conclusa. «Ci sono stati diversi tentativi – ricorda il questore – di avvicinamento all’albergo che ospitava i tedeschi da parte di centinaia di persone di Napoli travisate e armate con aste di bandiera. Questo è stato sventato da 100-130 uomini a fronte di centinaia di persone che puntavano a raggiungere l’albergo e sono state affrontate con idranti e lacrimogeni». La spirale dell’offesa e della vendetta, per adesso, è fermata.

giovedì, 16 Marzo 2023 - 16:10
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