Minacce alla ex dai telefoni della Rai, nuove accuse per il giornalista Varriale

Enrico Varriale

Nuovi guai con la giustizia per il giornalista sportivo Enrico Varriale. A pochi giorni di distanza dalla celebrazione dell’udienza per molestie alla ex compagna, l’ex vicedirettore di Rai Sport deve fare i conti con un’altra storia di minacce. La parte offesa è una donna con la quale Varriale aveva intrattenuto una relazione naufragata in malo modo.

L’8 dicembre dello scorso anno, la donna provò a mettersi in contatto con Varriale senza esito positivo. Tra i due nacque una discussione che, secondo quanto riferito dalla donna, culminò con un gesto violento da parte del giornalista sportivo: Varriale la avrebbe dato un ceffona e la donna avrebbe perso i sensi. C’è un referto dell’ospedale Gemelli: «Trauma cranico non compativo».

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Da questo momento in poi i rapporti tra i due si sono logorati e Varriale sarebbe passato alle minacce nel timore di essere denunciato (cosa accaduto) anche dalla donna. Una di queste minacce, telefoniche, sarebbe avvenuta «utilizzando l’utenza della rai radio televisione suo luogo di lavoro»: Varriale avrebbe oscurato «il numero chiamante sia alle ore 12,55 che alle ore 13,27, pronunciando con voce contraffatta nel corso della seconda telefonata una frase del tipo “morirai”». Era il 19 dicembre 2022. Varriale, tuttavia, ha respinto le accuse nel corso di un interrogatorio. «Ho spiegato tutto, sono state raccontate tante falsità, ad esempio c’è stata solo una telefonata, durata tre secondi, e nessuna minaccia – ha spiegato a La Stampa in un articolo del 30 aprile scorso -. A mia volta ho denunciato la signora, che ha distrutto casa mia, ora aspettiamo di conoscere le valutazioni del giudice. Mi sorprende tutta questa attenzione mediatica, senza alcun fatto nuovo e orientata solo su una fonte».

La donna testimonierà al processo che vede Varriale imputato per minacce alla ex compagna. Al centro di questa vicenda vi è in particolare un episodio, risalente all’agosto 2021: «durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro – si legge nel decreto che dispone il giudizio immediato – scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole violentemente dei calci».

mercoledì, 3 Maggio 2023 - 23:03
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