Stadio Maradona, l’ira della Fidal: «Dopo i concerti distrutte le 4 vasche del salto in lungo, danni alla pista»

di Gianmaria Roberti

La denuncia è di «danni notevolissimi» alla strutture per l’atletica leggera, dopo i recenti concerti allo stadio Maradona. A protestare è il comitato regionale Fidal, tramite Aldo Patruno, consigliere delegato a rappresentare la Federazione presso l’impianto di Fuorigrotta.

Le immagini parlano chiaro: ad essere inagibili sono le vasche per il salto in lungo. «Tempo fa – racconta Patruno – ho ricevuto una telefonata dalla direzione dello stadio, con la quale mi veniva chiesto di suggerire che tipo di sabbia usare per colmare fino all’orlo le quattro buche del salto in lungo. Ho risposto che una volta si usava la sabbia di fiume, ma credo che attualmente non si possa fare a causa di una norma nazionale. Ho consigliato quindi di prendere la sabbia più fine possibile. Il direttore dell’impianto mi ha detto che lo avrebbe comunicato alle ditte incaricate per l’allestimento degli eventi musicali. Il risultato è stato che dopo i concerti, quando siamo tornati ieri (martedì, ndr) allo stadio Maradona, abbiamo trovato del materiale di risulta, come i calcinacci, che colmava l’altezza delle buche».

Il dirigente Fidal è sconsolato: «Questo significa che sono state distrutte, perché mischiandosi con la sabbia originale è adesso impossibile saltarvi: i ragazzi si graffierebbero in modo esagerato». Ma non basta. «In più – aggiunge Patruno – sono stati prodotti altri danni sul manto di tartan, dove hanno trapanato, hanno rotto, dimostrando zero rispetto e scarsissima sensibilità per gli sport che non siano il calcio». Non è la prima volta che, per il Maradona, il mondo dell’atletica lancia accuse. A maggio, la pista risultava ‘bruciata’ in 52 punti. La causa sarebbero stati i fumogeni gettati dagli spalti, in occasione di Napoli-Fiorentina, la partita della festa scudetto. Inoltre, alcune foto mostravano attrezzature, comprate per le Universiadi 2019, ammassate negli scantinati dello stadio. Adesso la Fidal batte i pugni sul tavolo. «Durante i concerti – afferma Patruno – c’è un protocollo da rispettare, e un contratto che il Comune di Napoli stipula con le ditte e con le organizzazioni degli eventi».

La Federatletica invita l’amministrazione comunale a richiedere subito i danni, non di poco conto. «La pista dello stadio Maradona – ricorda Patruno – è di livello internazionale, ci hanno fatto le Universiadi, è costata 3,4 milioni di euro. Per capirci, è di tipo competitivo, non di quelle ‘a spruzzo’. E quando si crea un danno bisogna cambiare tutta una striscia: questo costerà molto». E i danni materiali non sembrano i soli. «La situazione è gravissima – ammonisce il dirigente Fidal -: Alessandro Sibilio, atleta olimpionico che si allena al Maradona, ha postato su Instagram le foto con una lettera di vivace di protesta, perché una cosa del genere non è accettabile. Lui stesso ne paga le conseguenze in quanto non può allenarsi in modo adeguato». E Napoli ha una storica carenza di impianti sportivi.

giovedì, 6 Luglio 2023 - 22:24
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