Stadio Collana, ennesimo colpo di scena: Giano non lascia l’impianto grazie ad un nuovo ricorso

di Giorgio Pari

Stadio Collana, ennesimo colpo di scena: Giano non lascia l’impianto grazie ad un nuovo ricorso. Dopo lunga battaglia giudiziaria, tutto lasciava pensare alla riconsegna dell’impianto, nelle mani della Regione, per lo scorso 18 luglio. Invece no. A far slittare ancora la conclusione, un altro ricorso della società. La verità è emersa al question time del consiglio regionale. Rispondendo a un’interrogazione della consigliera Muscarà del gruppo misto, l’assessore Marchiello ha ripercorso le ultime tappe della vicenda. Un ricorso per revocazione della Giano aveva stoppato il rilascio dell’impianto napoletano del Vomero. A seguito dell’atto, un decreto della quinta sezione del Consiglio di Stato, lo scorso 27 aprile, aveva sospeso l’esecuzione della sentenza n. 3653/2023. Quella pronuncia, pubblicata il 7 aprile, respingeva il ricorso di Giano. E di fatto, restituiva lo stadio alla proprietaria Regione.

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«Al fine di ottenere una celere fissazione della udienza pubblica di discussione del ricorso, nella camera di consiglio del 18 maggio – dice Marchiello – l’amministrazione regionale si è impegnata a non eseguire il provvedimento impugnato, limitatamente alle attività sportive in corso, e la società si è impegnata a consentire all’amministrazione regionale ogni attività propedeutica alla riconsegna dei cantieri e delle altre aree impegnate dall’attività sportiva nelle more della definizione della causa nel merito, la cui udienza pubblica si è tenuta il 18 luglio scorso». Inoltre «con ulteriore ricorso notificato il 6 giugno 2023 la Giano srl ha adito nuovamente la Suprema Corte – spiega l’assessore – per chiedere la cassazione della sentenza 3653 del 2023 del Consiglio di Stato, riproponendo il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo e, inammissibilmente, ai fini della rivalutazione del merito, i motivi del ricorso proposti al Tar, e da quest’ultimo respinti, i motivi di appello proposti al Consiglio di Stato, e da quest’ultimo respinti e quelli di revocazione proposti al Consiglio di Stato, ed attualmente in attesa di decisione». Per l’esponente della giunta «le azioni esercitate dalla Giano si inseriscono in una generale condotta complessivamente e palesemente volta a differire la definizione della vicenda processuale nonché la consegna dell’impianto sportivo». Ne sarebbe «dimostrazione sia il ricorso per regolamento di giurisdizione promosso dalla Giano innanzi alla Cassazione sia l’ulteriore ricorso promosso innanzi alla Cassazione col quale si insiste nel rappresentare l’asserito difetto di giurisdizione del giudice amministrativo».

In ogni caso «la difesa regionale ha chiesto al Consiglio di Stato che la causa venga decisa con ogni consentita sollecitudine, onde consentire all’Arus la concreta programmazione delle attività da avviarsi a partire da settembre 2023, tenuto peraltro conto che, difformemente da quanto concordato nella camera di consiglio del 18 maggio la Giano, come risulta dal verbale del 5 giugno scorso e dalla corrispondenza con gli uffici, non ha consentito per lungo tempo ai tecnici regionali e a quelli dell’Arus di fare il sopralluogo, negando l’accesso all’impianto sportivo ed impedendo perciò la redazione del verbale di consistenza dei cantieri da ripiegare».

Quanto al canone da versare alla Regione, la convenzione del 2018 lo fissava in 121.000 euro per i primi 8 anni. Con un incremento di 50.000 euro per quelli successivi. Tuttavia con un atto aggiuntivo del 2019 l’impegno della Giano «veniva completamente annullato». Si stabiliva, infatti, «che a causa di mancati ricavi derivanti dalla impossibilità direalizzare alcuni interventi previsti nell’offerta di gara per un importo complessivo di € 4.154.040,00 oltre iva, tale importo veniva recuperato sui canoni annuali. Pertanto, i canoni per i 15 anni da tale compensazione venivano integralmente annullati». Nell’ultimo anno, «si precisa che la Regione Campania – ha rivelato Marchiello – ha trovato una forte opposizione da parte del concessionario che, a più riprese, ha dichiarato di ritenersi esonerato dagli obblighi relativi al pagamento delle utenze di energia elettrica ed idrica nonché di un canone in virtù degli accordi stabiliti nell’Atto aggiuntivo».

«La Regione si ‘inchina’ alla Giano – attacca Muscarà – lasciando la gestione ancora in mano a chi era stato dichiarato ‘abusivo’ dalla Regione prima, dal Tar e dal Consiglio di Stato poi. La Giano avrebbe dovuto essere cacciata già con la forza pubblica la settimana scorsa; invece, nessuno ha fatto nulla pur avendo tutte le sentenze a favore della Regione, già dal 17 maggio 2021. Parliamo di un gruppo che da anni non paga i 121 mila euro annui che dovrebbe pagare per la gestione. Nonostante tre pagine di sentenze che davano decaduta la concessione, l’assessore Marchiello ha sottolineato ancora una volta che si attende nuovamente un’altra sentenza del Consiglio di Stato. Le associazioni devono agire in maniera più decisa altrimenti la Giano rimarrà a vita in quello Stadio. Dopo la campagna di iscrizioni per il campo estivo, a breve procederanno con gli abbonamenti 2023-2024? Questo vuol dire, essere debole con i forti e forti con i deboli».

mercoledì, 26 Luglio 2023 - 20:09
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