Nola, assegni bancari e postali clonati o falsificati: incassi per 7 milioni, 8 misure cautelari. Indagato direttore di banca

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Anche attraverso lo strumento della clonazione o della falsificazione, riuscivano ad entrare in possesso di assegni bancari e circolari. Poi, muniti di documenti ovviamente falsi, si recavano negli istituti di credito o alle Poste per riscuotere il bottino.

Otto persone, accusate di avere messo in piedi una sofisticata rete di truffe, sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nola: tra queste c’è anche il direttore di una banca. Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia.

Nello specifico in 4 sono state poste ai domiciliari, due alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, uno alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per il direttore di banca indagato è stata disposta, per la durata di un anno, la misura del divieto di svolgere attività professionali nel settore bancario e dell’intermediazione immobiliare e di ricoprire uffici direttivi nell’ambito delle persone giuridiche e delle imprese operanti in quel settore. Inoltre, si è data esecuzione a misure cautelari reali nei confronti, sia degli indagati, che di società agli stessi riconducibili, eseguendo sequestri preventivi di somme di danaro e di beni per l’ammontare di 750 mila euro.

Le accuse, contestate a vario titolo, sono di di associazione per delinquere, per essersi associati allo scopo di commettere i delitti di truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Indagate a piede libero altre 15 persone. Gli assegni fraudolentemente incassati ammontano a 7 milioni di euro.

L’inchiesta ha preso il via a seguito di un tentativo di incasso di un assegno da 100mila euro con documenti falsi presso un ufficio postale campano. Era il 12 aprile 2018. Attraverso accertamenti investigativi, svolti sia con metodo tradizionale che con il supporto di presidi tecnologici, la Polizia ha alzato il velo su un’attività criminosa, di più ampio respiro. I capi pr promotori del business sarebbero persone residenti e operanti nell’area nolana. Il lavoro sporco, ossia l’incasso, lo svolgevano i cosiddetti ‘cambiatori’: utilizzando documenti falsi, procedevano a versarli su conti correnti accesi presso gli istituti di credito siti su tutto il territorio nazionale, puntualmente “prosciugati” nel giro di qualche giorno, mediante prelievi, bonifici verso conti correnti di società e ricariche Postepay, con l’apporto causale e il concorso di dipendenti di uffici postali e bancari.Ma in che modo la banda si procurava gli assegni veri? La gang riusciva a mettere le mani sugli assegni inviati per posta ai soggetti beneficiari.

lunedì, 7 Agosto 2023 - 13:49
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