Milano, 14enne violentata dal branco: 21enne arrestato, un altro ricercato. Sotto inchiesta anche dei minorenni

Abusi

Nel giorno della visita del premier Giorgia Meloni al Parco Verde di Caivano per dare un segnale concreto della presenza dello Stato a seguito della notizia dello stupro di due bambine, da Milano arriva un’altra brutta storia di violenza sessuale che ha per protagonisti anche minorenni.

Un’adolescente ha raccontato di essere stata abusata, nel settembre dello scorso anno, in uno stabile impianto dismesso, così come nella drammatica vicenda di Caivano: un impianto sportivo abbandonato nel quartiere San Leonardo alla periferia del capoluogo lombardo. Ad abusare di lei, ha raccontato, sono state più persone, tra i quali anche due minorenni. Solo per due è stata disposta la misura cautelare in carcere ma di fatto il provvedimento eseguito ha riguardato un solo indagato: Ashraf Mohamed, 21 anni egiziano, è stato arrestato a Rimini; l’altro destinatario del provvedimento è stato espulso dall’Italia per altre ragioni.

I fatti sono brutali nella loro sequenza. La ragazzina, che aveva 14 anni, era fuggita da una comunità e aveva trovato riparo in questo stabile occupato da egiziani. Si trovava lì da qualche giorno quando, una mattina di settembre aveva sentito parlare gli aguzzini nella loro lingua per non farsi capire e questi erano entrati nella sua improvvisata stanza «con del cibo». Aveva pensato che volessero solo fare due chiacchiere, come era accaduto nei giorni precedenti. Erano sette in tutto e in un attimo la aggredirono, la picchiarono con un bastone e a mani nude, poi la stuprarono a turno. Lei ne ha riconosciuti solo cinque. Il giudice per le indagini preliminari Patrizia Nobile del Tribunale di Milano che ha disposto il carcere per due ha evidenziato «le personalità ciniche, violente, aggressive» dei coinvolti; ha parlato di condotte «lungi dall’essere episodiche» e che rispondono a logiche «di sopraffazione proprie del branco». Quanto all’attendibilità della ragazzina, il gip Patrizia Nobile ha sottolineato che «le dichiarazioni della persona offesa appaiono genuine, non contraddittorie e molto dettagliate».

«Non sono emersi motivi di rancore o dissidi pregressi che potrebbero avere alimentato accuse calunniose ed anzi si percepisce il disagio della ragazza nel dover raccontare a terzi la sua triste esperienza», ha aggiunto il gip. Al vaglio della procura per i minorenni di Milano ci sono le posizioni dei due ragazzini più giovani accusati dalla vittima.

giovedì, 31 Agosto 2023 - 21:40
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