Una prima versione dei fatti l’ha resa subito dopo l’arresto. Oggi potrebbe ripeterla dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Napoli che sovrintenderà l’udienza di convalida del fermo per le accuse di omicidio aggravato e porto abusivo di arma da sparo.
Il 16enne dei Quartieri Spagnoli che all’alba di giovedì ha ucciso con un colpo di pistola il giovane musicista Giovanbattista Cutolo durante una lite per un motorino parcheggiato male ha ammesso di aver sparato lui, ma ha fornito una ricostruzione dei fatti che dovrà essere oggetto di verifica. Anzitutto dice di non essere uscito di casa armato e che la pistola impugnata era di qualche altro suo amico della comitiva: l’arma, è la versione fornita, era stata trovata.
E dice anche che la discussione per quel parcheggio contestato si era accesa al punto tale da diventare rissa. «C’era chi si difendeva con le mani o i calci, chi ha lanciato uno sgabello o delle sedie», ha raccontato. In questo parapiglia, dice ancora, Giovanbattista Cutolo si era avvicinato a lui con intento minaccioso, così, temendo per la sua vita, in pochi attimi si è fatto passare la pistola e ha sparato: «Ho avuto timore che potesse succedermi qualcosa, mi sono fatto dare la pistola e ho sparato tre colpi, ma non per uccidere, anzi ho visto Cutolo che indietreggiava e credevo di avergli fatto paura. Non sapevo di averlo ucciso, quando l’ho scoperto sono rimasto choccato». La storia convince poco gli inquirenti, anche perché da altre testimonianze è emerso che Giovanbattista, 24 anni, era sì intervenuto nella discussione ma per fare da paciere. Su questi punti, il 16enne potrebbe essere compulsato nell’udienza di convalida del fermo.
Intanto la procura ordinaria si è messa al lavoro. Sotto i riflettori ci sono le posizioni di due amici, maggiorenni, del ragazzino dei Quartieri Spagnoli.
sabato, 2 Settembre 2023 - 10:37
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