Un lungo applauso ha accolto nell’aula Paolo VI il Papa Leone XIV, che ha incontrato questa mattina i giornalisti e gli operatori dell’informazione. Papà Leone XIV ha innanzitutto ringraziato tutti i giornalisti «per il lavoro fatto e che state facendo» citando il “Discorso della montagna” in cui Gesù diceva «beati gli operatori di pace». «Scegliete una comunicazione di pace» ha detto il Santo Padre, un invito «che deve partire da ognuno di noi».
Il Pontefice ha espresso un forte «no alla guerra delle parole e delle immagini» perché bisogna «respingere il paradigma della guerra», esprimendo «la solidarietà della Chiesa per i giornalisti incarcerati perché hanno cercato di raccontare la verità. Ne approfitto per chiedere la loro liberazione». Il discorso di Leone XIV è stato interrotto da diversi applausi, mentre il Pontefice ha parlato anche di una «comunicazione disarmata e disarmante», citando il suo primo discorso: «Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra». «Solo i popoli informati possono fare scelte libere – è uno dei passaggi più significativi – grazie per il vostro servizio alla verità».
«Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali – ha proseguito il Papa -. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la TV, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività». «Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce – ha aggiunto -. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana».
Robert Prevost ha quindi sottolineato che «viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire». Ed ha pertanto invitato a «non cedere mai alla mediocrità». «La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia – ha concluso -. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi”» .
lunedì, 12 Maggio 2025 - 18:44
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