Fece a pezzi Carol Maltesi, killer ammesso al reinserimento della giustizia riparativa. Il padre della donna: «Sconvolto»

Fontana e Carol Maltesi
Davide Fontana arrestato per l'omicidio di Carol Maltesi

Ha riportato una condanna in primo grado a 30 anni di reclusione, per l’omicidio di Carol Maltesi, uccisa a Rescaldina, nel Milanese, l’11 gennaio 2022 e il cui corpo, fatto a pezzi, fu trovato nei boschi del Bresciano.Ora Davide Fontana ha ottenuto l’ammissione all’istituto della giustizia riparativa o giustizia rigenerativa. Il sì della Corte d’Assise di Busto Arsizio rende il suo caso il primo in Italia a usufruire del programma introdotto con la riforma Cartabia ed entrato in vigore il 30 giugno di quest’anno. La decisione all’ammissione, riportata oggi dal Giorno, è stata presa dalla Corte lo scorso 20 settembre.

Leggi anche / Carol uccisa perché voleva tornare a vivere col suo bambino, il gip su Fontana: «non ha avuto pietà, indomita ferocia»

La giustizia riparativa tuttavia non è alternativa all’ambito penale, e quindi non porta a uno sconto di pena. Altresì non incide in quello civile. Si tratta di una forma di risoluzione del conflitto, complementare al processo, basata sull’ascolto e sul riconoscimento dell’altro con l’aiuto di un terzo imparziale, cioè un mediatore. Davanti al mediatore si ritroveranno le parti per stabilire quale percorso dovrà affrontare Fontana. Non saranno però presenti i familiari di Maltesi. Dopo il via libera del tribunale di Busto Arsizio alla richiesta del 44enne Fontana, l’avvocato Manuela Scalia, che assiste il padre di Carol, Fabio Maltesi ha spiegato che il genitore «si è detto sconvolto e schifato da una giustizia che ammette un assassino reo confesso, che ha ucciso, fatto a pezzi ed eviscerato una ragazza, di accedere ad un percorso simile».

Fontana, come ha confessato lui stesso, ha assassinato la ventiseienne originaria di Sesto Calende, nel Varesotto, nella sua abitazione di Rescaldina colpendola prima con un martello, poi sgozzandola, tagliandola in 18 pezzi tenuti in un congelatore per quasi due mesi prima di disperderli in una discarica a cielo aperto nella zona di Paline di Borno, al confine tra Bergamo e Brescia. I due avevano avuto una breve relazione, ma dal Milanese Carol voleva trasferirsi a Verona, per stare vicina al figlio che aveva sei anni e abitava con il padre. A chiedere l’accesso alla giustizia riparativa era stato anche Benno Neumair, condannato all’ergastolo per l’omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli, ma nel suo caso i giudici avevano respinto la richiesta.

COSA È LA GIUSTIZIA RIPARATIVA

In Italia la giustizia riparativa è stata introdotta dalla legge delega del 27 settembre 2021, n. 134. In attuazione di questa normativa, è stato emanato il decreto legislativo n 150 del 2022. L’articolo 42 del decreto definisce la materia. La giustizia riparativa è “ogni programma che consente alla vittima, alla persona indicata come autore dell’offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunità di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un terzo imparziale, adeguatamente formato, denominato mediatore”.

La definizione del legislatore italiano si fonda sulle descrizioni che di tale paradigma di giustizia danno le normative internazionali e sovranazionali. Ad esempio la Direttiva UE n. 29/2012, secondo cui giustizia riparativa è “qualsiasi procedimento che permette alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale”.

sabato, 23 Settembre 2023 - 10:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA