Morte di Andrea Purgatori, dagli esami non risultano metastasi al cervello

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Il giornalista Andrea Purgatori

Morte di Andrea Purgatori, prime risultanze autoptiche: al momento del decesso non sarebbero state presenti metastasi al cervello. Il dato emerge dagli esami istologici completati oggi nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma sul decesso del giornalista. Stamane c’è stato un incontro tra i consulenti dei pm e quelli delle parti per fare il punto sulla attività effettuata in queste settimane all’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata.

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Nel procedimento, avviato dopo una denuncia dei familiari, sono indagati due medici per omicidio colposo, Gianfranco Gualdi e Claudio di Biasi. I due camici bianchi operavano presso una struttura diagnostica della Capitale, e avrebbero diagnosticato a Purgatori una forma di tumore cerebrale. La circostanza sembrerebbe smentita dalle prime conclusioni a cui sono giunti i consulenti della Procura nell’ambito della complessa attività autoptica. Gli esami istologici sono stati completati mercoledì, e dagli accertamenti emerge «concordemente» che al momento della morte, il 19 luglio scorso, non ci sarebbe stata traccia di cellule tumorali nell’area del cervello.
L’attività sui reperti si è svolta dopo i prelievi effettuati nel corso della prima tranche dell’autopsia del 26 luglio.

All’esito degli accertamenti, i pm di piazzale Clodio chiederanno un incidente probatorio per cristallizzare come prova i risultati della consulenza, ma anche i primi referti e in particolare le lastre in base alle quali venne fatta la diagnosi e la conseguente terapia che prevedeva anche cicli di radio terapia.

Il calvario del conduttore di Atlantide inizia il 24 aprile quando si reca in una clinica privata per effettuare dei controlli, alla luce di uno stato di spossatezza. Dagli esami sarebbero emersi valori sballati, al punto da dover procedere a una biopsia, in una strutta specializzata. Il responso fu di una forma tumorale diffusa in varie zone del corpo, ai polmoni e al cervello. A comunicarlo uno dei due medici finiti poi nel registro degli indagati. Purgatori viene quindi sottoposto ad una massiccia radioterapia, in una terza clinica. Le condizioni restano stabili fino a metà maggio tanto che il paziente continua a lavorare alla trasmissione. Repentino però il peggioramento.

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A giugno Purgatori si sottopone ad una tac nella prima clinica in cui si era recato ad aprile. Qui l’esito sorprendente: nessuna metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Un risultato confermato da un altro esame svolto in altra struttura. La salute del giornalista tuttavia continua a peggiorare. Viene ricoverato in uno dei policlinici della Capitale: viene confermata la prima, drammatica, diagnosi. Dopo pochi giorni la morte. Adesso i familiari, assistiti dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri, prendono atto dei risultati dell’autopsia ribadendo la fiducia nell’operato della magistratura. Erano stati proprio loro a chiedere ai pm, coordinati dall’aggiunto Sergio Colaiocco, di chiarire se ci siano stati errori nelle diagnosi e terapie.

mercoledì, 27 Settembre 2023 - 21:28
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