Mestre, bus precipita e va in fiamme: tra le vittime 2 bambini, la strage dei giovanissimi turisti diretti a un camping


Sull’asfalto non ci sono segni di frenata. Nell’aria c’è invece un intenso odore di bruciato e di morte. La notte di Mestre è sprofondata nella tragedia di un bus precipitato dalla strada, dopo aver sfondato il guardarail. Ha preso fuoco, trasformandosi in una trappola mortale per la maggior parte dei passeggeri. «E’ una scena apocalittica», ha detto a caldo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

L’ultimo bollettino è di 21 morti, di cui due bambini, e 15 feriti, tra cui alcuni gravi, trasportati negli ospedali di Mestre, Mirano, Padova e Treviso. Le vittime sono di diverse nazionalità, erano tutte giovanissime ed erano dirette in un campeggio. A bordo c’erano anche cittadini ucraini, tedeschi, francesi e croati. Undici dei feriti, come spiegato dal prefetto, sono stati identificati: 4 ucraini, 1 tedesco, 1 francese, 1 croato, 2 spagnoli e 2 austriaci. Tra le vittime anche l’autista: si chiamava Alberto Rizzotto, aveva 40 anni ed era originario di Conegliano ma residente a Tezze sul Brenta. Il bus era stato noleggiato per un servizio di navetta dal campeggio Hu, di Marghera per i suoi ospiti. Rizzotto era dipendente della Martini Bus che aveva noleggiato il mezzo alla società La Linea con una quale aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia.

Tra le prime ipotesi sulle cause forse un malore di chi era al volante. Ma sarà la procura con i delegati alle indagini a stabilire cosa è accaduto: nelle prossime ore verrano analizzate le immagini delle telecamere di sicurezza puntate sul cavalcavia mentre non si potrà fare affiatamento su quelle interne al bus perché sono andate completamente distrutte.
Il bus stava percorrendo il cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera e l’autostrada A4 quando è precipitato poco prima delle 20 facendo un volo di circa 30 metri. Precipitato vicino ai binari della stazione di Mestre, si è capovolto, ‘schiacciato’ su se stesso ha preso immediatamente fuoco, probabilmente, per il tipo di alimentazione ibrida metano-gasolio del mezzo.

«L’estrazione delle persone è stata complicata», ha detto il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Mauro Luongo, mentre le bare con all’interno le salme dell’incidente del pullman avvenuto a Mestre man mano venivano portate via a bordo di alcuni furgoni della Protezione civile. Luongo racconta che il pullman «era abbastanza pieno: abbiamo contato 39 persone tra cui anche qualche minore». Si è trattato di un’operazione complessa. «Tra le difficoltà il fatto che il pullman era elettrico – spiega – quindi con le batterie. Purtroppo hanno preso fuoco con l’impatto. Le batterie hanno delle criticità quando sono calde. Ecco perché le operazioni – conclude – sono state un po’ più lunghe per rimuovere il mezzo».

mercoledì, 4 Ottobre 2023 - 08:43
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